Figlia
di un genio, innamorata di un genio, allieva di un genio, paziente di
un genio. La lapide, nel piccolo cimitero di Northampton, in
Inghilterra, avrebbe potuto recare questa epigrafe. Vi si legge
invece solo il nome di chi riposa lì sotto, e poi le date:
Lucia
Anna
Joyce,
Trieste
1907 - Northampton
1982.
Lucia,
creatura sfortunata e bellissima. Lucia, creatura intelligentissima.
Lucia e il suo vestito da sirena cucito da sola. 1929, recita la data
di questa immagine, mentre Lucia selvaggia e leggiadra danza sotto lo
sguardo incantato del pubblico. Un giorno si parlerà di James Joyce
come del padre di Lucia - dichiarò qualcuno. Lucia e l'equilibrio
che si spezza. Cede Lucia a qualcosa di troppo grande per una mente
sola. Nessuno ha mai raccontato veramente questa storia. L'amore del
padre, il loro rapporto intenso cerebrale esclusivo, la gelosia che
di questa complicità ha Nora sua madre, l'indifferenza di Giorgio,
suo fratello, che la condanna al manicomio a vita.
È
la persona più intelligente che conosca -diceva Joyce- Ha un fuoco
nel cervello acceso da ogni scintilla di talento che io possiedo e
che a lei ho trasmesso. A trentatré anni Lucia avrà fatto il giro
dei manicomi europei, sarà stata sottoposta a ogni genere di
terapia, violentata infinite volte nel corpo e nella mente,
psichicamente annullata. L'ultimo a cui Joyce disperato si rivolge è
Jung che non riesce però a formulare una diagnosi precisa. Al
rifiuto del padre che non vuole che sottoponga le sue poesie ad una
analisi ritenendole una nuova letteratura, Jung non se la sente di
continuare e l'abbandona. Quando Joyce andrà a prendere la figlia in
Svizzera, congedandosi da Jung dirà: Lucia ed io nuotiamo nella
stessa acqua. Sì, ma lei sta affogando, sarà la replica
dell’analista. Della vita di Lucia non resta niente. Come se mai
fosse esistita. Il padre è l'unico che continui ad andare a
trovarla. Lucia è il suo specchio. Ma quando muore improvvisamente
nel 1941 lei viene trasferita nel manicomio di Northampton, in
Inghilterra, e lì dimenticata. La madre non andrà mai a trovarla e
tantomeno il fratello.
Eppure c'è qualcuno che ha conservato questa immagine nel suo portafoglio per tutta la vita. L'unico uomo che Lucia abbia amato. Samuel Beckett. A tenere in vita il mistero di Lucia e del suo amore non corrisposto che forse avrebbe potuto salvarla. Beckett non si separò mai da questa foto. Un gesto. Un segno. Un amore irrealizzato. Forse un pentimento. E poi ancora solo il buio.
Eppure c'è qualcuno che ha conservato questa immagine nel suo portafoglio per tutta la vita. L'unico uomo che Lucia abbia amato. Samuel Beckett. A tenere in vita il mistero di Lucia e del suo amore non corrisposto che forse avrebbe potuto salvarla. Beckett non si separò mai da questa foto. Un gesto. Un segno. Un amore irrealizzato. Forse un pentimento. E poi ancora solo il buio.
Francesca
d’Aloja, Corpi speciali