martedì 26 maggio 2020

Complotti. Istruzioni per crederci



Come si fa a credere alle teorie del complotto? Intendo quelle teorie dove ci si immagina l'azione coordinata di giornalisti, scienziati, industrie, servizi segreti, NASA, ESA, UE, IMF, WTO, WHO, WTF e tutti i governi del mondo (tranne quelli populisti), cioè milioni di persone perfettamente organizzate e decise a mettere in atto un segretissimo piano per controllare il resto dell'umanità, piano di cui, strano a dirsi, è a conoscenza ogni quindicenne su YouTube. Come si può, non dico credere a una cosa del genere, ma anche solo pensare che sia plausibile, quando nella vita è difficile mettersi d'accordo in tre per andare a mangiare la pizza?
A me questo sembra un mistero incredibile, un mistero cui non sono mai riuscito a dare una risposta soddisfacente.
Le spiegazioni banali che di solito vengono date sono tre e sono così riassumibili:
1) Chi crede alle teorie del complotto (da qui in avanti "complottista") è ignorante;
2) Il complottista è stupido.
3) Il complottista è matto.
Purtroppo nessuna di queste spiegazioni è anche solo lontanamente soddisfacente. Vediamole una per una.
L'ignoranza.
D'accordo, l'ignoranza aiuta. È difficile che un astrofisico sia terrapiattista, è vero, ma c'è bisogno di essere astrofisici per rendersi conto che il terrapiattismo è una scemenza? Oppure, prendiamo un complotto più recente. Esiste questa teoria secondo cui Bill Gates avrebbe creato segretamente il famigerato coronavirus a Fort Detrick in North Carolina, lo avrebbe portato a Wuhan e da lì diffuso nel mondo per dare ai governi la scusa di chiuderci tutti in casa, per non farci prendere il sole, per non farci assumere vitamina D, per distruggerci il sistema immunitario, per obbligarci a fare i vaccini, per poterci controllare meglio e instaurare così il fascismo globale. È una teoria che esiste davvero, non me la sono inventata. Ora, c'è bisogno di essere un virologo per rendersi conto che è una stupidaggine? No. Non c'è neanche bisogno della seconda elementare.
Allora è colpa della stupidità.
Dopo tutto gli stupidi credono alle stupidaggini, lo dice la parola stessa. Ma per credere a una stupidaggine così grande quanto stupidi bisogna essere? Voglio dire, se uno crede a una tale sequela di panzane perché il cervello non gli funziona bene, allora dovrebbe essere così stupido da non essere neanche in grado di accendere un computer. Invece non solo sa accenderlo, ma sa anche aprire Google e cercare la sua brava teoria del complotto.
E questo è proprio il cuore del mistero: il complottista, tolta la sua fissa per i complotti, ha una vita come tutti gli altri: lavora, gioca, guarda la TV, al massimo si mette in giardino un chembuster orgonico per sconfiggere le scie chimiche, ma le sue funzioni psichiche non sono compromesse al di fuori dell'attività delirante.
Quindi è matto, spiegazione 3.
Si dice spesso che il complottista soffra di paranoia, ma sarà vero? Cosa significa "paranoia"?

Psicosi caratterizzata dallo sviluppo di un delirio di persecuzione, lucido, sistematizzato, dotato di una propria logica interna, che non è associato a allucinazioni, e non comporta la compromissione delle funzioni psichiche al di fuori dell’attività delirante.

Ok, è matto, uno a zero per te, dizionario. Tuttavia questa non è ancora una spiegazione soddisfacente, ma al massimo una buona descrizione.
Come fa il complottista a credere ai complotti?
È paranoico.
Ok, come fa il paranoico a credere alle sue paranoie?
Wikipedia dice che potrebbe essere colpa di una ridotta circolazione del sangue nel cervello. Ci sta. Dice anche che la causa va forse ricercata nella frustrazione del complottista e nel suo proiettare su altre persone (i complottanti) sentimenti negativi verso il mondo che in realtà sono i suoi. In altre parole il complottista immagina che i complottanti vogliano distruggere il mondo perché in realtà è lui che vorrebbe distruggere il mondo. Wikipedia dice anche tante altre cose, io non so se siano vere, ma anche se lo fossero sono tutte spiegazioni esterne, cioè possono dirmi quale sia la base fisica o psichica da cui si origina la personalità complottista, ma non mi dicono in che modo il complottista, che non è stupido, spieghi a se stesso il credere in teorie così stupide. Per esempio, uno potrebbe spiegarmi l'esatto meccanismo chimico che produce la felicità, ma questo non mi direbbe niente su cosa si provi a essere felici.
Cosa si prova a essere complottisti?
Nel leggere la vasta letteratura sull'argomento (i commenti dei complottisti sui social network), ho potuto notare un atteggiamento ricorrente: è raro che un complottista dica di credere ai complotti, di solito dice di non escludere che siano veri.
Prendiamo per esempio questo commento che un complottista indispettito, uno dei tanti, ha lasciato sotto al mio video:

La cosa grave è che non ci si fa neanche venire un dubbio, non si ha nemmeno la curiosità di approfondire. Se una cosa non piace, si rifiuta / si respinge l'eventuale problema a priori. Presunzione, ottusità e ignoranza dominano.

Nella mia lunga carriera internettiana, ne ho letti a centinaia di commenti così. Il complottista non vede se stesso come uno che crede a una teoria del complotto, ma si concepisce come una persona con tanti dubbi e aperta a tutte le possibilità, tra cui appunto le teorie del complotto. È convinto di essere una persona di larghe vedute, uno che non chiude gli occhi davanti a quelle idee che la maggioranza, nel suo conformismo, considera stupidaggini, perché proprio fra le presunte stupidaggini possono nascondersi le teorie rivoluzionarie. Non era forse deriso Copernico? Galileo? Wanna Marchi?
In pratica è come dire: mi si è rotta la caldaia? Benissimo, non solo ascolterò il parere di quella maggioranza di idraulici che mi dicono che c'è un problema al bruciatore e magari anche il parere di quella minoranza di idraulici che invece dicono che si è rotto lo scambiatore secondario, ma ascolterò anche il parere di quell'idraulico presso se stesso che sostiene che le caldaie siano in realtà dei mini reattori nucleari a base di Promezio e Disprosio installati da Bill Gates nel 1968 per trasformare le molecole d'acqua in pagliacci assassini di cioccolato e conquistare il mondo. Non dico di crederci, per carità, ma perché respingere a priori questa interessante teoria denominata "caldaismo nucleare"? La verità può essere ovunque.
In realtà chi dice di non essere un caldaista nucleare, ma non esclude la possibilità che le caldaie siano reattori nucleari, non è uno aperto di vedute, è un caldaista nucleare che non vuole assumersi la sua responsabilità di credere a una teoria idiota. I dubbi sono legittimi quando sono fondati su una conoscenza della materia, mentre mettere in dubbio le nozioni condivise da chi si occupa di quella materia senza averne nessuna conoscenza non è "avere dei dubbi", è solo un espediente retorico per poter dire la propria anche quando non se ne sa niente.
Come fanno i complottisti a credere alle teorie del complotto? Beh, molti di loro non sanno di crederci. Cioè ci credono, ma raccontano a se stessi di non crederci.
È come chi si ripromette di non bere alcolici e poi la sera si apre una birretta perché tanto, si sa, la birra è leggera. Io lo faccio sempre, funziona. Hai entrambe le cose: alcol e coerenza.
Questo è un passo avanti? Sì.
Sono soddifatto? No.









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