Come
si fa a credere alle teorie del complotto? Intendo quelle teorie dove
ci si immagina l'azione coordinata di giornalisti, scienziati,
industrie, servizi segreti, NASA, ESA, UE, IMF, WTO, WHO, WTF e tutti
i governi del mondo (tranne quelli populisti), cioè milioni di
persone perfettamente organizzate e decise a mettere in atto un
segretissimo piano per controllare il resto dell'umanità, piano di
cui, strano a dirsi, è a conoscenza ogni quindicenne su YouTube.
Come si può, non dico credere a una cosa del genere, ma anche solo
pensare che sia plausibile, quando nella vita è difficile mettersi
d'accordo in tre per andare a mangiare la pizza?
A
me questo sembra un mistero incredibile, un mistero cui non sono mai
riuscito a dare una risposta soddisfacente.
Le
spiegazioni banali che di solito vengono date sono tre e sono così
riassumibili:
1)
Chi crede alle teorie del complotto (da qui in avanti "complottista")
è ignorante;
2)
Il complottista è stupido.
3)
Il complottista è matto.
Purtroppo
nessuna di queste spiegazioni è anche solo lontanamente
soddisfacente. Vediamole una per una.
L'ignoranza.
D'accordo,
l'ignoranza aiuta. È difficile che un astrofisico sia
terrapiattista, è vero, ma c'è bisogno di essere astrofisici per
rendersi conto che il terrapiattismo è una scemenza? Oppure,
prendiamo un complotto più recente. Esiste questa teoria secondo cui
Bill Gates avrebbe creato segretamente il famigerato coronavirus a
Fort Detrick in North Carolina, lo avrebbe portato a Wuhan e da lì
diffuso nel mondo per dare ai governi la scusa di chiuderci tutti in
casa, per non farci prendere il sole, per non farci assumere vitamina
D, per distruggerci il sistema immunitario, per obbligarci a fare i
vaccini, per poterci controllare meglio e instaurare così il
fascismo globale. È una teoria che esiste davvero, non me la sono
inventata. Ora, c'è bisogno di essere un virologo per rendersi conto
che è una stupidaggine? No. Non c'è neanche bisogno della seconda
elementare.
Allora
è colpa della stupidità.
Dopo
tutto gli stupidi credono alle stupidaggini, lo dice la parola
stessa. Ma per credere a una stupidaggine così grande quanto stupidi
bisogna essere? Voglio dire, se uno crede a una tale sequela di
panzane perché il cervello non gli funziona bene, allora dovrebbe
essere così stupido da non essere neanche in grado di accendere un
computer. Invece non solo sa accenderlo, ma sa anche aprire Google e
cercare la sua brava teoria del complotto.
E
questo è proprio il cuore del mistero: il complottista, tolta la sua
fissa per i complotti, ha una vita come tutti gli altri: lavora,
gioca, guarda la TV, al massimo si mette in giardino un chembuster
orgonico per sconfiggere le scie chimiche, ma le sue funzioni
psichiche non sono compromesse al di fuori dell'attività delirante.
Quindi
è matto, spiegazione 3.
Si
dice spesso che il complottista soffra di paranoia, ma sarà vero?
Cosa significa "paranoia"?
Psicosi
caratterizzata dallo sviluppo di un delirio di persecuzione, lucido,
sistematizzato, dotato di una propria logica interna, che non è
associato a allucinazioni, e non comporta la compromissione delle
funzioni psichiche al di fuori dell’attività delirante.
Ok,
è matto, uno a zero per te, dizionario. Tuttavia questa non è
ancora una spiegazione soddisfacente, ma al massimo una buona
descrizione.
Come
fa il complottista a credere ai complotti?
È
paranoico.
Ok,
come fa il paranoico a credere alle sue paranoie?
Wikipedia
dice che potrebbe essere colpa di una ridotta circolazione del sangue
nel cervello. Ci sta. Dice anche che la causa va forse ricercata
nella frustrazione del complottista e nel suo proiettare su altre
persone (i complottanti) sentimenti negativi verso il mondo che in
realtà sono i suoi. In altre parole il complottista immagina che i
complottanti vogliano distruggere il mondo perché in realtà è lui
che vorrebbe distruggere il mondo. Wikipedia dice anche tante altre
cose, io non so se siano vere, ma anche se lo fossero sono tutte
spiegazioni esterne, cioè possono dirmi quale sia la base fisica o
psichica da cui si origina la personalità complottista, ma non mi
dicono in che modo il complottista, che non è stupido, spieghi a se
stesso il credere in teorie così stupide. Per esempio, uno potrebbe
spiegarmi l'esatto meccanismo chimico che produce la felicità, ma
questo non mi direbbe niente su cosa si provi a essere felici.
Cosa
si prova a essere complottisti?
Nel
leggere la vasta letteratura sull'argomento (i commenti dei
complottisti sui social network), ho potuto notare un atteggiamento
ricorrente: è raro che un complottista dica di credere ai complotti,
di solito dice di non escludere che siano veri.
Prendiamo
per esempio questo commento che un complottista indispettito, uno dei
tanti, ha lasciato sotto al mio video:
La
cosa grave è che non ci si fa neanche venire un dubbio, non si ha
nemmeno la curiosità di approfondire. Se una cosa non piace, si
rifiuta / si respinge l'eventuale problema a priori. Presunzione,
ottusità e ignoranza dominano.
Nella
mia lunga carriera internettiana, ne ho letti a centinaia di commenti
così. Il complottista non vede se stesso come uno che crede a una
teoria del complotto, ma si concepisce come una persona con tanti
dubbi e aperta a tutte le possibilità, tra cui appunto le teorie del
complotto. È convinto di essere una persona di larghe vedute, uno
che non chiude gli occhi davanti a quelle idee che la maggioranza,
nel suo conformismo, considera stupidaggini, perché proprio fra le
presunte stupidaggini possono nascondersi le teorie rivoluzionarie.
Non era forse deriso Copernico? Galileo? Wanna Marchi?
In
pratica è come dire: mi si è rotta la caldaia? Benissimo, non solo
ascolterò il parere di quella maggioranza di idraulici che mi dicono
che c'è un problema al bruciatore e magari anche il parere di quella
minoranza di idraulici che invece dicono che si è rotto lo
scambiatore secondario, ma ascolterò anche il parere di
quell'idraulico presso se stesso che sostiene che le caldaie siano in
realtà dei mini reattori nucleari a base di Promezio e Disprosio
installati da Bill Gates nel 1968 per trasformare le molecole d'acqua
in pagliacci assassini di cioccolato e conquistare il mondo. Non dico
di crederci, per carità, ma perché respingere a priori questa
interessante teoria denominata "caldaismo nucleare"? La
verità può essere ovunque.
In
realtà chi dice di non essere un caldaista nucleare, ma non esclude
la possibilità che le caldaie siano reattori nucleari, non è uno
aperto di vedute, è un caldaista nucleare che non vuole assumersi la
sua responsabilità di credere a una teoria idiota. I dubbi sono
legittimi quando sono fondati su una conoscenza della materia, mentre
mettere in dubbio le nozioni condivise da chi si occupa di quella
materia senza averne nessuna conoscenza non è "avere dei
dubbi", è solo un espediente retorico per poter dire la propria
anche quando non se ne sa niente.
Come
fanno i complottisti a credere alle teorie del complotto? Beh, molti
di loro non sanno di crederci. Cioè ci credono, ma raccontano a se
stessi di non crederci.
È
come chi si ripromette di non bere alcolici e poi la sera si apre una
birretta perché tanto, si sa, la birra è leggera. Io lo faccio
sempre, funziona. Hai entrambe le cose: alcol e coerenza.
Questo
è un passo avanti? Sì.
Sono
soddifatto? No.
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