La
nostra storia è terminata. Nei pochi giorni in cui abbiamo deciso di
rivederci, per lasciarci comunque ma in un altro modo, lei mi
racconta quello che ha fatto nel frattempo, tipo andare con un amico nei
locali a luci rosse per provare l’ebbrezza di confondersi con gli
altri. Con questo tipo vanno anche a casa di una coppia di
orribili cinquantenni di Prato, ma giunta sul più bello lei si vede riflessa
in uno specchio e si fa schifo. Io, al suono di questi racconti,
forse per paura di perderla per sempre, la prendo con forza e le
vengo dentro. Decidiamo quindi di andare in un consultorio per farci
dare la pillola del giorno dopo, la dottoressa è più giovane di noi
due, capisce subito l’aria che tira e la cazzata che abbiamo fatto,
le sue parole sono dure e benefiche come le raffiche di vento di
mattina, che aiutano a svegliarsi.
Ci
lasciamo per sempre in una calda domenica di novembre, e mentre i suoi
amici l’aspettano giù in macchina per andare al cinema o da
qualche altra parte lei mi dice che probabilmente comincerà a bere o
a drogarsi, proprio per cercare di vincere la noia che l’ha avvinta
in questi lunghi, lunghi anni; e perfida prova a baciarmi sulla bocca
a mò di ultimo saluto, io la scanso e non dico niente. E non era
vero più niente.
Siccome
non era tardi sono uscito, davanti al portone di casa c’era un
gruppo di ragazzotti con facce e modi da teppisti, che si divertivano
a urlare sguaiatamente e a gettarsi la birra addosso agitando le
lattine. Io, terrorizzato e con tutta la mente in subbuglio, ho
camminato radente al muro e con gli occhi bassi sperando che mi
lasciassero perdere e non mi vedessero. Finalmente al sicuro, cercavo
di ricordarmi dove avevo già visto quelle facce, atteggiamenti così
sfrontati e aggressivi. Era su un’infinità di riviste e filmati
che parlavano di musica punk nel ’77, e quello che mi faceva più
rabbia e che io gente così l’avevo anche sostenuta ed ammirata,
comprando un’infinità di dischi ed esaltandomi ai loro concerti.
Di lì a poco passa un tram che, essendo domenica, era quasi vuoto. Io affrettai il passo e lo presi.
Di lì a poco passa un tram che, essendo domenica, era quasi vuoto. Io affrettai il passo e lo presi.
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