E io non ero il solo schiavo del mio istinto di nidificazione. Gente che conosco, che una volta andava a sedersi in bagno con una rivista pornografica, adesso va a sedersi in bagno con un catalogo dell’ Ikea.
Abbiamo tutti la stessa poltrona Johanneshov con lo stesso disegno Strinne a strisce verdi. La mia è precipitata per quindici piani, bruciando, dentro una fontana. Abbiamo tutti le stesse lampade Ristampa/Har costruite con filo di ferro e carta ambientalistica, che non è passata attraverso il processo di sbiancatura. Le mie sono coriandoli.
Tutte quelle sedute in bagno.
Il servizio di posate Alle. Acciaio inossidabile. A prova di lavastoviglie.
L’orologio Vild da anticamera, di acciaio zincato, oh, non avevo potuto farne a meno.
La consolle a ripiani Klipsk, oh, sì.
Le cappelliere Heming. Sì.
Tutta
roba che luccicava disseminata nella strada sotto il mio
grattacielo.
La mia parure coordinata Mommala. Disegnata da
Tomas Harila e disponibile nei seguenti colori
:
violetto
fucsia
cobalto
ebano
antracite
bianco
latte o vinaccia.
Una vita intera per comprare questa roba.
I miei tavoli Kalix per le occasioni dallo smalto fine.
I miei tavoli da nido.
Compri
mobili. Dici a te stesso, questo è il divano della mia vita. Compri
il divano, poi per un paio d’anni sei soddisfatto al pensiero che,
dovesse andare tutto storto, almeno hai risolto il problema del
divano. Poi il giusto servizio di piatti. Poi il letto perfetto. Le
tende. Il tappeto.
Poi sei intrappolato nel tuo bel nido e le
cose che una volta possedevi, ora possiedono te.
Chuck Palahnjuk, Fight Club
Nessun commento:
Posta un commento