In quello che assurdamente definiamo
passato, la Guida
galattica per gli autostoppisti ha avuto molte cose da dire
sul tema degli universi paralleli. Tuttavia pochissime di queste cose risultano
minimamente comprensibili a chiunque si trovi sotto il livello di Dio
Superiore, e siccome, come ormai tutti sanno, gli dèi conosciuti, diversamente
da quanto solevano affermare, sono nati non la settimana prima, ma tre
milionesimi di secondo dopo che l’universo fu iniziato, essi in questo momento
sono già abbastanza indaffarati a dare spiegazioni in tale campo per poter
elargire commenti su questioni di fisica profonda. Però dalla Guida apprendiamo un particolare incoraggiante
sull’argomento degli universi paralleli, ossia che non abbiamo la più remota
possibilità di comprenderli. Siamo quindi liberi, volendo, di dire: – Cosa? –, – Eh? – e perfino
far boccacce e barbugliare senza timore di renderci ridicoli.
La prima
cosa da capire sugli universi paralleli, afferma la Guida, è che essi non sono paralleli.
È anche importante capire che, a rigor di termini, non sono nemmeno universi,
ma è più facile cercare di capirlo un
po’ più tardi, quando si e già capito che tutto quanto si era capito fino a
quel momento non era vero.
Il motivo per cui non sono universi è che
un qualsiasi universo non è in realtà una vera e propria cosa, ma solo un modo
di osservare quel che tecnicamente è definito GCG, o Gran Casino Generale. In
realtà nemmeno il Gran Casino Generale esiste, ma è solo la somma delle diverse
ottiche da cui lo si potrebbe guardare se esistesse.
Il motivo per cui gli universi non sono
paralleli è lo stesso per cui non è parallelo il mare. È un aggettivo in questo
caso privo di significato. Si può dividere il Gran Casino Generale in qualunque
modo si voglia, e si otterrà sempre qualcosa che qualcuno chiamerà casa.
Ora sentitevi pure liberi di barbugliare.
A causa del suo particolare orientamento
nel Gran Casino Generale, la Terra che stiamo qui prendendo in considerazione
fu colpita da un neutrino da cui altre Terre non furono colpite. Essere colpiti da un neutrino non è certo un
trauma. Anzi, è difficile che si possa ragionevolmente sperare di essere colpiti da qualcosa di più piccolo. E non è
che per un oggetto delle dimensioni della Terra venir colpito da un neutrino
rappresentasse un evento in se stesso assai insolito. Tutt’altro. Sarebbe stato
un nanosecondo insolito quello in cui la Terra non fosse stata colpita da molti
miliardi di neutrini vaganti. Tutto dipende, naturalmente, da cosa si intenda
per “colpito”, visto che la materia è composta per lo più da un bel niente. Le
probabilità che un neutrino vagante in questo
spaventoso vuoto ha di colpire realmente qualcosa sono circa le stesse che un
cuscinetto a sfere, gettato giù casualmente da un 747 in volo, ha di colpire,
mettiamo, un panino all’uovo sodo.
In ogni modo, il neutrino in questione
colpì qualcosa. Lo si potrebbe definire un evento insignificante nella scala
delle cose. Ma il guaio è che, facendo un’affermazione del genere, si direbbe
una gigantesca cazzata. Quando, di fatto, succede qualcosa in un punto di una
realtà così follemente complessa come l’Universo, lo sa Kevin come si evolverà
tutta la faccenda, la dove “Kevin” è qualunque entità casuale che non sappia
niente di niente.
Questo neutrino colpì un atomo. L’atomo
faceva parte di una molecola. La molecola faceva parte di un acido nucleico.
L’acido nucleico faceva parte di un gene. Il gene faceva parte di una ricetta genetica di
crescita… e così via. La conclusione fu che a una pianta spuntò una foglia in
più. Nell’Essex. O in quello che, dopo un sacco di discussioni e beghe locali
di natura geologica, sarebbe diventato
l’Essex. La pianta era un trifoglio. Si propagandò, o meglio si propagò, con
estrema efficacia e presto diventò il tipo di trifoglio più diffuso nel mondo.
Il preciso nesso causale tra questo minimo evento biologico accidentale e altri piccoli eventi che si
verificarono in quel settore di Gran Casino Generale, come per esempio il fatto
che Tricia McMillan non riuscisse a partire con Zaphod Beeblerox, il fatto che
il pianeta su cui tutto ciò accadde non fosse demolito dai vogon per consentire
la costruzione di una nuova autostrada iperspaziale, si trova attualmente al
numero 4.763.984.132 dell’elenco di ricerche prioritarie stilato a suo tempo dall’ormai chiusa facoltà di
Storia dell’Università di MaxiMegalon, e oggi nessuno, alla riunione di
preghiera presso la piscina, sembra provare l’urgente desiderio di affrontare
il problema.
Douglas
Adams, Praticamente innocuo