Uno
degli aspetti straordinari della vita è come essa riesca a prosperare
nei posti più impossibili. È in grado di attecchire, chissà come,
praticamente dappertutto: che si tratti dei mari inebrianti di Santraginus
V, dove i pesci sembrano infischiarsene della direzione da prendere,
che si tratti delle tempeste di fuoco di Frastra, dove, dicono, la
vita comincia a quarantamila gradi, o che si tratti dei meandri dell’intestino
crasso di un topo, dove si insinua così, per il puro e semplice
gusto di insinuarsi, la vita trova sempre un qualche appiglio. Essa
prospera perfino a New York, anche se è difficile capire perché.
D’ inverno la temperatura scende molto sotto il minimo legale, o
meglio lo farebbe se si avesse il buon senso di fissare un minimo legale.
L’ultima volta che qualcuno stilò un elenco delle prime cento qualità
del carattere dei newyorchesi, il buon senso si piazzò al settantanovesimo
posto.
D’estate
fa un caldo boia. Va benissimo se si è una forma di vita che
prospera col caldo e ritiene, come i frastrani, che una temperatura compresa
tra i quarantamila e i quarantaquattromila gradi sia l’ideale; va
molto meno bene se si è un animale che è costretto ad avvolgersi nella
pelliccia di molti altri animali quando si trova in un certo punto dell’ orbita
del suo pianeta e che poi, mezza orbita dopo, scopre di avere
la pelle in ebollizione.
La
primavera è sopravvalutata. Innumerevoli abitanti di New York non
fanno che decantare i piaceri della loro primavera, ma se conoscessero
minimamente i piaceri della primavera, saprebbero che ci
sono almeno cinquemilanovecentottantatré posti, alla stessa latitudine,
in cui passarla meglio che a New York.
L’autunno,
però, è il peggiore di tutti. Pochissime cose sono peggio
dell’autunno a New York. Alcuni esseri che vivono nell’ intestino
crasso dei ratti non sarebbero d’accordo, ma la maggior parte
degli esseri che vivono nell’intestino crasso dei ratti sono comunque
assai sgradevoli, sicché la loro opinione si può e si deve tenere
in scarso conto. Quando è autunno a New York, l’aria ha un puzzo
come di capra fritta, e se si vuole respirare, la cosa migliore da fare è
aprire una finestra e infilar la testa dentro un palazzo.
D.
Adams, Praticamente innocuo
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