mercoledì 6 novembre 2013

Guida Galattica


In quello che assurdamente definiamo passato, la Guida galattica per gli autostoppisti ha avuto molte cose da dire sul tema degli universi paralleli. Tuttavia pochissime di queste cose risultano minimamente comprensibili a chiunque si trovi sotto il livello di Dio Superiore, e siccome, come ormai tutti sanno, gli dèi conosciuti, diversamente da quanto solevano affermare, sono nati non la settimana prima, ma tre milionesimi di secondo dopo che l’universo fu iniziato, essi in questo momento sono già abbastanza indaffarati a dare spiegazioni in tale campo per poter elargire commenti su questioni di fisica profonda. Però dalla Guida apprendiamo un particolare incoraggiante sull’argomento degli universi paralleli, ossia che non abbiamo la più remota possibilità di comprenderli. Siamo quindi liberi, volendo, di dire: – Cosa? –, – Eh? – e perfino far boccacce e barbugliare senza timore di renderci  ridicoli. 
La prima cosa da capire sugli universi paralleli, afferma la Guida, è che essi non sono paralleli. È anche importante capire che, a rigor di termini, non sono nemmeno universi, ma è più   facile cercare di capirlo un po’ più tardi, quando si e già capito che tutto quanto si era capito fino a quel momento non era vero.
Il motivo per cui non sono universi è che un qualsiasi universo non è in realtà una vera e propria cosa, ma solo un modo di osservare quel che tecnicamente è definito GCG, o Gran Casino Generale. In realtà nemmeno il Gran Casino Generale esiste, ma è solo la somma delle diverse ottiche da cui lo si potrebbe guardare se esistesse. 
Il motivo per cui gli universi non sono paralleli è lo stesso per cui non è parallelo il mare. È un aggettivo in questo caso privo di significato. Si può dividere il Gran Casino Generale in qualunque modo si voglia, e si otterrà sempre qualcosa che qualcuno chiamerà casa.
Ora sentitevi pure liberi di barbugliare.

A causa del suo particolare orientamento nel Gran Casino Generale, la Terra che stiamo qui prendendo in considerazione fu colpita da un neutrino da cui altre Terre non furono colpite.  Essere colpiti da un neutrino non è certo un trauma. Anzi, è difficile che si possa ragionevolmente sperare di essere colpiti da qualcosa di più piccolo. E non è che per un oggetto delle dimensioni della Terra venir colpito da un neutrino rappresentasse un evento in se stesso assai insolito. Tutt’altro. Sarebbe stato un nanosecondo insolito quello in cui la Terra non fosse stata colpita da molti miliardi di neutrini vaganti. Tutto dipende, naturalmente, da cosa si intenda per “colpito”, visto che la materia è composta per lo più da un bel niente. Le probabilità che un neutrino vagante in questo spaventoso vuoto ha di colpire realmente qualcosa sono circa le stesse che un cuscinetto a sfere, gettato giù casualmente da un 747 in volo, ha di colpire, mettiamo, un panino all’uovo sodo.
In ogni modo, il neutrino in questione colpì qualcosa. Lo si potrebbe definire un evento insignificante nella scala delle cose. Ma il guaio è che, facendo un’affermazione del genere, si direbbe una gigantesca cazzata. Quando, di fatto, succede qualcosa in un punto di una realtà così follemente complessa come l’Universo, lo sa Kevin come si evolverà tutta la faccenda, la dove “Kevin” è qualunque entità casuale che non sappia niente di niente.
Questo neutrino colpì un atomo. L’atomo faceva parte di una molecola. La molecola faceva parte di un acido nucleico. L’acido nucleico faceva parte di un gene. Il gene faceva parte di una ricetta genetica di crescita… e così via. La conclusione fu che a una pianta spuntò una foglia in più. Nell’Essex. O in quello che, dopo un sacco di discussioni e beghe locali di natura geologica, sarebbe diventato l’Essex. La pianta era un trifoglio. Si propagandò, o meglio si propagò, con estrema efficacia e presto diventò il tipo di trifoglio più diffuso nel mondo. Il preciso nesso causale tra questo minimo evento biologico accidentale e altri piccoli eventi che si verificarono in quel settore di Gran Casino Generale, come per esempio il fatto che Tricia McMillan non riuscisse a partire con Zaphod Beeblerox, il fatto che il pianeta su cui tutto ciò accadde non fosse demolito dai vogon per consentire la costruzione di una nuova autostrada iperspaziale, si trova attualmente al numero 4.763.984.132 dell’elenco di ricerche prioritarie stilato a suo tempo dall’ormai chiusa facoltà di Storia dell’Università di MaxiMegalon, e oggi nessuno, alla riunione di preghiera presso la piscina, sembra provare l’urgente desiderio di affrontare il problema.


Douglas Adams,  Praticamente innocuo 




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