Il colorante rosso
cocciniglia, indicato nelle etichette con il numero E120, è di origine naturale: viene ottenuto
dal corpo essiccato di alcuni insetti della specie Dactylopius coccus che si nutrono della linfa delle
piante grasse ( in particolare cactus e fichi d’india) e secernono un liquido
colorato per proteggersi dai predatori.
Questa sostanza dal colore
rosso (detto anche carminio)
è presente soltanto nelle femmine e raggiunge la massima concentrazione
in quelle gravide.
Per produrre un
chilogrammo di colorante servono 100.000 insetti.
L’estrazione avviene
dalle uova essiccate oppure, se si vuole ottenere una
tinta più intensa e brillante, facendo essiccare direttamente l’insetto.
Successivamente vengono pulite, ridotte in polvere e trattate con ammoniaca o con
una soluzione di carbonato di sodio per estrarre l’acido carminico, che è la molecola
colorata. All’occorrenza viene aggiunta della calce per ottenere
sfumature di color porpora.
La cocciniglia viene purtroppo
utilizzata per la produzione della maggior parte dei coloranti rossi
nell’industria alimentare, per produrre prodotti di bellezza come fard e
rossetti, e in misura minore per la tintura dei vestiti. Nell’archivio di Trashfood
sono riportati diversi alimenti che contengono l’E120. Tra gli alimenti più
comuni consumati forse inconsapevolmente dai vegetariani (non parliamo dei
salumi e gli hamburger industriali, che lo contengono per dare una colorazione
maggiormente appetitosa alla carne), la cocciniglia si trova in prodotti per
bambini come il Fruttolo, nel Campari (ecco da dove viene il suo colore rosso
profondo), mentre la Lindt
lo usa nei cioccolatini Lindt Passion.
La FDA si è pronunciata sulla necessità di segnalare
nell’etichetta questo additivo e la sua origine in tutte le etichette degli
alimenti e i cosmetici per assicurarne un uso sicuro. Negli Stati Uniti,
alcune associazioni di consumatori hanno chiesto all’FDA che l’acido carminico
e composti simili vengano espressamente dichiarati in etichetta e ne venga
indicata l’origine animale, a tutela dei consumatori vegetariani stretti.
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