Viviamo nel tempo; il
tempo ci forgia e ci contiene, eppure non ho mai avuto la sensazione di capirlo
fino in fondo. Non mi riferisco alle varie teorie su curvature e accelerazioni
né all’eventuale esistenza di dimensioni parallele in un altrove qualsiasi. No,
sto parlando del tempo comune, quotidiano, quello che orologi e cronometri ci
assicurano scorra regolarmente: tic tac, tic toc. Esiste al mondo una cosa piú
ragionevole di una lancetta dei secondi? Ma a insegnarci la malleabilità del
tempo basta un piccolissimo dolore, il minimo piacere. Certe emozioni lo
accelerano, altre lo rallentano; ogni tanto sembra sparire fino a che in
effetti sparisce sul serio e non si presenta mai piú.
Julian Barnes, Il
senso di una fine
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