martedì 21 marzo 2017

Nostalghia




"Nostalgia, per noi russi, non è un sentimento leggero come per voi, ma una malattia mortale che spinge a viaggiare, alla ricerca della propria patria perduta...

A. Tarkovskij




Nostalghia non è soltanto il canto elegiaco della Russia, ma è espressione personalistica dell’arte, caratteristica peculiare che ritroviamo anche in altri suoi film. E’ anche celebrazione lirica della Toscana vista con gli occhi della grande terra russa. E’ una Toscana malinconica, piena di sottili simbolismi, di un singolare intreccio allegorico tra arte e tradizione popolare che trova il suo connubio nell’ancora terrena. Possiamo dunque affermare che la Toscana per Tarkovskij è il nodo che unisce il canto naufrago della Russia e la malinconia della terra toscana. Il dualismo occidentale si risolve così nell’unità, nel sensazionale recupero dell’armonia, nel ritrovamento di una piccola Russia nella piccola, ma ricchissima, tradizione storica della nostra Toscana. Nel racconto preparatorio di Nostalghia, il regista scriveva:

“Il cielo è pieno di nuvole bianche, leggere, simili ai disegni di un fuoco d’artificio. Le loro ombre scivolano sulle colline fondendosi con le ombre degli alberi. Questa alternanza di luce e di ombra sulla superficie liscia delle colline, che come onde del mare che si spingono l’una dopo l’altra fino all’orizzonte, sembra il respiro della vita stessa, il ritmo solenne della natura, pieno del frinire delle cicale e della luce abbagliante del sole nei momenti in cui spunta dalle nuvole. Questa terra arata di Toscana percorsa dalle ombre delle nuvole è bella quasi come sono i miei boschi, le mie colline, i miei campi, lontani, russi, antichi, irraggiungibili ed eterni”.





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