"Nostalgia,
per noi russi, non è un sentimento leggero come per voi, ma una
malattia mortale che spinge a viaggiare, alla ricerca della
propria patria perduta...
A.
Tarkovskij
Nostalghia
non è soltanto il canto elegiaco della Russia, ma è espressione
personalistica dell’arte, caratteristica peculiare che ritroviamo
anche in altri suoi film. E’ anche celebrazione lirica della
Toscana vista con gli occhi della grande terra russa. E’ una
Toscana malinconica, piena di sottili simbolismi, di un singolare
intreccio allegorico tra arte e tradizione popolare che trova il suo
connubio nell’ancora terrena. Possiamo dunque affermare che la
Toscana per Tarkovskij è il nodo che unisce il canto naufrago della
Russia e la malinconia della terra toscana. Il dualismo occidentale
si risolve così nell’unità, nel sensazionale recupero
dell’armonia, nel ritrovamento di una piccola Russia nella piccola,
ma ricchissima, tradizione storica della nostra Toscana. Nel racconto
preparatorio di Nostalghia, il regista scriveva:
“Il cielo è pieno di nuvole bianche, leggere, simili ai disegni di un fuoco d’artificio. Le loro ombre scivolano sulle colline fondendosi con le ombre degli alberi. Questa alternanza di luce e di ombra sulla superficie liscia delle colline, che come onde del mare che si spingono l’una dopo l’altra fino all’orizzonte, sembra il respiro della vita stessa, il ritmo solenne della natura, pieno del frinire delle cicale e della luce abbagliante del sole nei momenti in cui spunta dalle nuvole. Questa terra arata di Toscana percorsa dalle ombre delle nuvole è bella quasi come sono i miei boschi, le mie colline, i miei campi, lontani, russi, antichi, irraggiungibili ed eterni”.
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