«Sono
nata con una rivoluzione. Diciamolo. È in quel fuoco che sono nata,
pronta all’impeto della rivolta fino al momento di vedere il
giorno. Il giorno era cocente. Mi ha infiammato per il resto della
mia vita.
Da bambina, crepitavo. Da adulta, ero una fiamma».
Da bambina, crepitavo. Da adulta, ero una fiamma».
Un
evento terribile, il 17 settembre 1925, all'età di 18 anni, cambiò
drasticamente la sua vita e la rinchiuse in una profonda solitudine
che ebbe solo l'arte come unica finestra sul mondo. Frida all'uscita
di scuola salì su un autobus per tornare a casa e pochi minuti dopo
rimase vittima di un incidente. L'autobus finì schiacciato contro un
muro. Le conseguenze dell'incidente furono gravissime per Frida: la
colonna vertebrale le si spezzò in tre punti nella regione lombare;
si frantumò il collo del femore e le costole; la gamba sinistra
riportò 11 fratture; il piede destro rimase slogato e schiacciato;
la spalla sinistra restò lussata e l'osso pelvico spezzato in tre
punti. Inoltre, un corrimano dell'autobus le entrò nel fianco e le
uscì dalla vagina. Nel corso della sua vita dovette subire 32
operazioni chirurgiche. Dimessa dall'ospedale, fu costretta ad anni
di riposo nel letto di casa, col busto ingessato. Questa situazione
la spinse a dipingere. Il suo primo lavoro fu un autoritratto, che
donò al ragazzo di cui era innamorata. Da ciò la scelta dei
genitori di regalarle un letto a baldacchino con uno specchio sul
soffitto, in modo che potesse vedersi, e dei colori. Iniziò così la
serie di autoritratti. "Dipingo me stessa perché passo molto
tempo da sola e sono il soggetto che conosco meglio" affermò.
Dopo che le fu rimosso il gesso riuscì a camminare, con dolori che
sopportò per tutta la vita. Fatta dell'arte la sua ragion d'essere,
per contribuire finanziariamente alla sua famiglia, un giorno decise
di sottoporre i suoi dipinti a Diego Rivera, illustre pittore
dell'epoca, per avere una sua critica.
(Wikipedia)
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