Una
delle gioie della mia vita di adolescente consisteva nella lettura:
mi sdraiavo sul mio letto con un libro e diventavo il testo. Se il
romanzo era bello, mi trasformavo in lui. Se era mediocre,
trascorrevo comunque delle ore meravigliose a godere delle cose che
non mi piacevano e a sorridere delle sue occasioni mancate. La
lettura non è un piacere sostitutivo. Vista dall'esterno, la mia
esistenza era scheletrica; vista dall'interno ispirava quello che
ispirano gli appartamenti il cui unico mobilio è una biblioteca
stracolma di libri: l'ammirazione gelosa per chi non si sovraccarica
del superfluo e trabocca del necessario. Nessuno
mi conosceva dall'interno: nessuno sapeva che non ero da compatire,
tranne me, e questo mi bastava. Approfittavo della mia
invisibilità per leggere giornate intere senza che nessuno se ne
accorgesse.
(...)
Non
avevo mai letto tanto come in quel periodo: divoravo libri, sia per
compensare le carenze passate sia per affrontare la crisi imminente.
Chi crede che leggere sia una fuga è all’opposto della verità:
leggere è trovarsi di fronte il reale nella sua massima
concentrazione, il che, stranamente, è meno spaventoso che avere a
che fare con le sue eterne diluizioni.
Amélie
Nothomb, Antichrista
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