venerdì 16 febbraio 2018

Gioie




Una delle gioie della mia vita di adolescente consisteva nella lettura: mi sdraiavo sul mio letto con un libro e diventavo il testo. Se il romanzo era bello, mi trasformavo in lui. Se era mediocre, trascorrevo comunque delle ore meravigliose a godere delle cose che non mi piacevano e a sorridere delle sue occasioni mancate. La lettura non è un piacere sostitutivo. Vista dall'esterno, la mia esistenza era scheletrica; vista dall'interno ispirava quello che ispirano gli appartamenti il cui unico mobilio è una biblioteca stracolma di libri: l'ammirazione gelosa per chi non si sovraccarica del superfluo e trabocca del necessario. Nessuno mi conosceva dall'interno: nessuno sapeva che non ero da compatire, tranne me, e questo mi bastava. Approfittavo della mia invisibilità per leggere giornate intere senza che nessuno se ne accorgesse.

(...) 

Non avevo mai letto tanto come in quel periodo: divoravo libri, sia per compensare le carenze passate sia per affrontare la crisi imminente. Chi crede che leggere sia una fuga è all’opposto della verità: leggere è trovarsi di fronte il reale nella sua massima concentrazione, il che, stranamente, è meno spaventoso che avere a che fare con le sue eterne diluizioni.

Amélie Nothomb, Antichrista






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