lunedì 12 febbraio 2018

"Noi"




Dentro il Noi che Sara pronunciava c’era tutta la vita che avremmo fatto insieme, come una valigia riempita fino all’orlo di parole e su cui poi ci si doveva sedere, per poterla chiudere. Perché esistesse quel Noi era necessario che ci fossero dei figli. Perché il suo Noi era: Noi che adesso siamo solo in due ma poi saremo in tre o quattro se non cinque, e vi riempiremo il palazzo di bambini che all’inizio piangeranno un po’, poi usciranno sul balcone con qualcuno che li farà camminare sulle punte e voi potrete salutarli se vorrete, poi sul balcone giocheranno da soli con la faccia dentro la merenda, poi li vedrete uscire dal portone per mano alla madre per andare a scuola, poi li vedrete uscire da soli, fare due metri, voltarsi indietro, girare l’angolo e accendersi una sigaretta, allora ci sentirete litigare con loro e sentirete sbattere le porte, le urla che passeranno da una stanza all’altra della casa, poi ci sentirete litigare tra di noi, tra madre e padre, perché non saremo d’accordo sui modi di educare, e uno di noi lo vedrete uscire nervoso sul balcone a fumare e tornare dentro e di nuovo uscire, e dei nostri figli qualcuno uscirà tutti i pomeriggi e qualcun altro invece starà sempre chiuso in casa, e gli vedrete cambiare le andature giú in cortile, impettirsi sui sederi oppure rimbalzare molleggiati come scimmie, qualcuno aprirà le spalle strafottente e qualcun altro le richiuderà impaurito, e poi cominceranno a portare a casa i fidanzati e le fidanzate e quando vi abituerete a uno di loro di colpo poi non verrà piú, e andranno all’università e li vedrete partire la domenica con un borsone e tornare il sabato con lo stesso borsone piú sformato, e li vedrete portare via le loro poche cose in un trasloco e venire ogni tanto per pranzo la domenica e per Pasqua e per Natale, e noi, noi madre e noi padre, ci vedrete all’improvviso orfani di figli stare seduti per lunghe ore sul balcone senza dirci niente, per poi scattare in casa al suono del telefono e avere di nuovo qualcosa da dirci dopo la telefonata, e poi vedrete delle pance crescere attraversando il cortile insieme ai nostri figli e tutto ricomincerà, e sentirete piangere un’altra volta dentro casa e noi che allora invecchieremo tutto d’un colpo, in uno schianto improvviso, e sorrideremo accontentandoci, affaccendati da questi figli che i nostri figli ci avranno dato al posto loro.

Andrea Bajani, Ogni promessa





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