È la
storia di una malattia dal nome complicato
–uppgivenhetssyndrom, che
in italiano si traduce con Sindrome
da Rassegnazione– che
colpisce solo bambini, e soltanto in Svezia.
Il direttore dell’unità psichiatrica dell’ospedale universitario di Stoccolma ne ha raccontato i sintomi: “I bambini diventato totalmente passivi, immobili, fiacchi, schivi, taciturni, incapaci di mangiare e bere, incontinenti e privi di reazioni dinanzi a stimoli fisici o al dolore. Questi piccoli pazienti vengono chiamati ‘bambini apatici‘”.
Nei casi più gravi i piccoli pazienti cadono in coma, anche per molti mesi. Il fenomeno riguarda soprattutto i bambini, ma tra le vittime ci sono anche degli adolescenti. I casi sono stati documentati anche da Magnus Wennman, le cui immagini sono tra le finaliste del World Press Photo.
Il direttore dell’unità psichiatrica dell’ospedale universitario di Stoccolma ne ha raccontato i sintomi: “I bambini diventato totalmente passivi, immobili, fiacchi, schivi, taciturni, incapaci di mangiare e bere, incontinenti e privi di reazioni dinanzi a stimoli fisici o al dolore. Questi piccoli pazienti vengono chiamati ‘bambini apatici‘”.
Nei casi più gravi i piccoli pazienti cadono in coma, anche per molti mesi. Il fenomeno riguarda soprattutto i bambini, ma tra le vittime ci sono anche degli adolescenti. I casi sono stati documentati anche da Magnus Wennman, le cui immagini sono tra le finaliste del World Press Photo.
Ma
cosa hanno in comune questi bambini e questi ragazzi colpiti dalla
Sindrome da Rassegnazione? Sono tutti figli
di rifugiati,
a cui lo Stato
Svedese
ha revocato – o rischia di revocare – il permesso
di soggiorno.
Bambini che crescono in famiglie appese al filo del rinnovo, arrivati piccoli, o molto piccoli, in Svezia, cresciuti imparando una lingua e una cultura spesso molto differenti da quelle di mamma e papà, e incastrati in una trafila burocratica che rischia di rispedirli indietro, qualsiasi cosa “indietro” significhi.
Bambini che crescono in famiglie appese al filo del rinnovo, arrivati piccoli, o molto piccoli, in Svezia, cresciuti imparando una lingua e una cultura spesso molto differenti da quelle di mamma e papà, e incastrati in una trafila burocratica che rischia di rispedirli indietro, qualsiasi cosa “indietro” significhi.
Se
hanno una cosa in comune, questi bambini figli di molte parti del
mondo, è quindi l’insicurezza quotidiana, vissuta in prima
persona e filtrata dalla famiglia, in attesa di sapere cosa ne sarà
di loro.
Inizialmente,
in Svezia, in molti hanno ipotizzato una messinscena
da parte di questi bambini catatonici. Ma tutti i medici che hanno
preso in carico la questione hanno confermato la profondità della
patologia, che nei casi più estremi ha portato i soggetti in uno
stato di coma per oltre due anni.
Si
tratta quindi di una probabile forma di psicogenesi
culturale.
Un’alterazione delle funzioni psichiche dalle conseguenze profonde
che si presenta seguendo un effetto domino: più casi si presentano
e vengono curati, più è facile che se ne sviluppino altri. Il
Consiglio Nazionale di Sanità della Svezia ha dichiarato infatti
che solo tra il 2015 e il 2016 ci sono stati 169 episodi di SR.
Il neurologo svedese a capo della ricerca sulla strana sindrome all’interno dell’ospedale Pediatrico Astrid Lindgren di Stoccolma si è espresso più volte in merito alla necessità del rinnovo del permesso per le famiglie di questi bambini, per ottenerne la guarigione, anche se a volte passano mesi tra la conferma della possibilità di permanenza sul suolo svedese e la sparizione di tutti i sintomi della SR.
Il neurologo svedese a capo della ricerca sulla strana sindrome all’interno dell’ospedale Pediatrico Astrid Lindgren di Stoccolma si è espresso più volte in merito alla necessità del rinnovo del permesso per le famiglie di questi bambini, per ottenerne la guarigione, anche se a volte passano mesi tra la conferma della possibilità di permanenza sul suolo svedese e la sparizione di tutti i sintomi della SR.
Gli
svedesi hanno quindi dato vita ad una petizione
che ha superato le 60.000 firme e che ha ottenuto la
revoca della deportazione di 30.000 famiglie
con permesso scaduto.
All’interno di tutti i conflitti e di tutte le migrazioni, i bambini sono sempre vittime.
Il bisogno di sicurezza e di chiarezza, che è fondante per chi si trova nella fase dell’infanzia, non può esistere in un contesto di guerra, di fuga, di miseria estrema.
Attraversare precariamente il mondo al seguito dei genitori, in viaggi che a volte durano anni interi, mette a dura prova non solo la sopravvivenza, ma anche la psiche di questi bambini che – una volta giunti a destinazione – avrebbero diritto di potersi fermare, per costruire e ricostruire tutto quello che hanno perso. La condizione di precarietà legata alle scadenze dei rinnovi non permette di scaricare dalle spalle della famiglia la sensazione di paura, di fragilità, di precarietà, di fuga.
All’interno di tutti i conflitti e di tutte le migrazioni, i bambini sono sempre vittime.
Il bisogno di sicurezza e di chiarezza, che è fondante per chi si trova nella fase dell’infanzia, non può esistere in un contesto di guerra, di fuga, di miseria estrema.
Attraversare precariamente il mondo al seguito dei genitori, in viaggi che a volte durano anni interi, mette a dura prova non solo la sopravvivenza, ma anche la psiche di questi bambini che – una volta giunti a destinazione – avrebbero diritto di potersi fermare, per costruire e ricostruire tutto quello che hanno perso. La condizione di precarietà legata alle scadenze dei rinnovi non permette di scaricare dalle spalle della famiglia la sensazione di paura, di fragilità, di precarietà, di fuga.
I
bambini colpiti da Sindrome
da Rassegnazione
sono quindi bambini che crollano sotto il peso di una fatica
psicologica eccessiva lunga anni e che sembra non avere mai fine. E
di una vita che non trova mai casa.
Per questo, quella della uppgivenhetssyndrom è una storia terribile, ma è una storia necessaria. Perché ci rivela lo stato di salute del mondo.
Per questo, quella della uppgivenhetssyndrom è una storia terribile, ma è una storia necessaria. Perché ci rivela lo stato di salute del mondo.
Djeneta
(right) has been bedridden and unresponsive for two and a half years
and her sister Ibadeta for more than six months, with
uppgivenhetssyndrom (resignation syndrome), in Horndal, Sweden, on
March 2, 2017. It is a condition believed to exist only among
refugees in Sweden.
Magnus
Wennman / Aftonbladet
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