sabato 24 luglio 2021

Headache

 

Era sfuggita al bagliore accecante della calura pomeridiana ritirandosi nella fresca penombra della sua camera. Non sentiva dolore, non ancora, ma si cautelava prima di un’eventuale minaccia. Vedeva dei puntini luminosi davanti agli occhi, punture di spillo, come se la stoffa consunta del mondo visibile le venisse mostrata sullo sfondo di una luce molto più forte. Sentiva nell’angolo in alto a destra del cervello una specie di peso, il corpo acciambellato e inerte di un animale dormiente; ma se si portava una mano alla testa e premeva, quella presenza spariva dalle coordinate dello spazio reale. Attualmente si trovava in quell’angolo in alto a destra dei suoi pensieri, e con l’immaginazione riusciva ad alzarsi sulle punte dei piedi e a toccarsi il punto esatto. La cosa essenziale, comunque, era non provocarlo; una volta che la pigra creatura si fosse spostata dalla zona periferica al centro, allora le stilettate di dolore avrebbero ottenebrato ogni forma di pensiero, e non ci sarebbe stato più verso di poter scendere a cena (…)   

L’agitazione continua riguardo a figli, marito, sorella e domestiche, aveva scorticato la sua sensibilità; emicranie, amore materno e, nel corso degli anni, ore e ore passate sdraiata immobile a letto, avevano distillato in lei una sorta di sesto senso, una ricettività tentacolare che strisciava dalla penombra per insinuarsi in ogni anfratto della casa, inosservata e onnisciente. Indietro, tornava solo la verità (…)

Un mormorio indistinto di voci orecchiato attraverso un pavimento foderato di moquette le giungeva più nitido di un dattiloscritto; una conversazione filtrata da una, o meglio ancora, da due pareti, arrivava spoglia di ogni inutile sfumatura o perifrasi. Quello che per gli altri sarebbe stato un rumore in sordina, rappresentava per i suoi sensi all’erta, sintonizzati alla perfezione come l’antenna di una vecchia radio, un’insopportabile amplificazione. (…) 

La paura del dolore la teneva al suo posto. Nei casi peggiori, quando non riusciva a contenerlo, due lame affilate di coltelli da cucina affondavano dentro il suo nervo ottico, più e più volte, esercitando una pressione crescente che la sigillava dentro la sua solitudine.

Ian McEwan, Espiazione

 


 

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