Non avevo mai subito un'anestesia
totale, e devo dire che è fantastica. E' fantastico che la cosa decisiva
succeda mentre tu dormi, ma è molto bello anche dopo, il lento pacifico ritorno
alla vita che avviene in questa stanza, e poco importa che sia una pace artificiale,
procurata chimicamente. Sono sveglio da quasi un'ora, ormai, e sto bene, c'è
poco da fare. Sono lucidissimo e non provo dolore, né malessere, solo una gran
fame - ma anche la fame è stranamente bella, provata qui, sembra quella che si
prova da bambini. Prima ho chiesto all'infermiera quanto ancora sarei dovuto
rimanere in questo ventre di balena, e lei mi ha detto«poco». Ma lo chiedevo
per curiosità: non sono impaziente di uscire.
Il fatto è che sono stato
lucido da subito, appena aperti gli occhi, e mi è successa una cosa molto suggestiva, alla quale non
ho più smesso di ripensare. Non so se l’infermiera definirebbe normale anche questo, ma io ho
assistito, per così dire, al mio ritorno in me stesso: ho proprio sentito la memoria scivolarmi
addosso, in blocchi distinti, dall’altrove in cui l’anestesia l’aveva
parcheggiata. E’ stato molto diverso da un normale risveglio mattutino, quando
si aprono gli occhi e vram, quello che sei ti ripiomba addosso in un secondo: è
stato un processo molto più lento e graduale, come quando si fa ripartire un
computer e quello comincia a caricare tutto ciò che gli serve per funzionare programmi,
informazioni, memoria pescandolo dal disco in un certo ordine. Equivale a
percepire la propria consapevolezza di
sé non come un tutt’uno - un granitico, ingombrante tutt’uno - bensì come concatenazione di tante consapevolezze
separate. E’ stato come osservare i traslocatori rimettere tutte le tue cose al loro posto,
ecco, una dopo l’altra nella casa dove hai sempre vissuto e che avevi dovuto lasciare per un certo tempo:
alla fine tutto torna come prima, ma l’operazione che lo rende possibile richiede un certo tempo, e
durante quel tempo ti accorgi per la prima volta della differenza che c’è tra il muro e la libreria
che di solito ci sta appoggiata contro.
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