Ho uno strano ricordo di
mia nonna. Non l’ho raccontato a nessuno, neppure a lei, perché fa un po’ paura
e non sono sicuro al cento per cento che sia vero. E’ uno dei miei primi
ricordi. Dovevo avere circa quattro anni, forse anche meno. Ero a casa sua –non
so perchè o per quanto, ma ero con lei e c’eravamo solo noi due. Era un giorno
di sole caldo all’inizio dell’autunno, e lei aveva passato la mattinata a
sostituire le zanzariere della veranda con dei pannelli di vetro. Poi,
ovviamente, li aveva lavati, ed erano così perfetti che la veranda catturava e
rifrangeva la luce come un cristallo. Dato che era una giornata calda abbiamo
mangiato nella veranda, seduti a tavola uno di fronte all'altro. Non ricordo
che cosa stessimo mangiando, ma ricordo noi due seduti a un tavolo dipinto di
rosso, e il quadrato scintillante di sole che entrava dal vetro e colpiva il
tavolo e me. E mi ricordo mia nonna che mi chiedeva perchè non mi
spostavo più in là, così non mi prendevo un'insolazione. E l'ho fatto, sono
scivolato lungo la panca e ho ricominciato a mangiare all’ombra. Non so quanto
tempo è passato –non troppo , però, perché stavo ancora mangiando quello
che avevo nel piatto-, quando all'improvviso un pannello di vetro è uscito
dalle guide e si è schiantato sul tavolo e sulla panca, proprio dove prima ero
seduto io. Non c’era dubbio che, se fossi stato ancora lì, si sarebbe
fracassato sulla mia testa. Mi ricordo che ci abbiamo scherzato sopra; abbiamo
riso dicendo meno male che mi ero tolto dal sole, e mia nonna ha spazzato via
le schegge e abbiamo finito di mangiare. E’ stato soltanto anni dopo che ho
pensato che quel giorno era successa una cosa strana. Un piccolo miracolo. Non
so se il vetro cadendo mi avrebbe ucciso –probabilmente no-, ma a posteriori ho
capito che mia nonna mi aveva salvato, se non dalla morte, almeno da qualche
terribile ferita. Ho sempre voluto chiederglielo. Se lo ricordava anche lei?
Era successo davvero? Si era presa uno spavento micidiale, oppure, come me
bambino, credeva che l'amore portasse naturalmente alla chiaroveggenza? Però
non gliene ho mai parlato. Forse temevo che parlandone, trasformando il ricordo
in parole, potesse svanire o decomporsi come certi fragili e preziosi oggetti
antichi che si sbriciolano appena tornano alla luce.
(Peter Cameron, Un giorno questo dolore ti sarà utile)
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