mercoledì 23 gennaio 2013

Ricordi


Ho uno strano ricordo di mia nonna. Non l’ho raccontato a nessuno, neppure a lei, perché fa un po’ paura e non sono sicuro al cento per cento che sia vero. E’ uno dei miei primi ricordi. Dovevo avere circa quattro anni, forse anche meno. Ero a casa sua –non so perchè o per quanto, ma ero con lei e c’eravamo solo noi due. Era un giorno di sole caldo all’inizio dell’autunno, e lei aveva passato la mattinata a sostituire le zanzariere della veranda con dei pannelli di vetro. Poi, ovviamente, li aveva lavati, ed erano così perfetti che la veranda catturava e rifrangeva la luce come un cristallo.  Dato che era una giornata calda abbiamo mangiato nella veranda, seduti a tavola uno di fronte all'altro. Non ricordo che cosa stessimo mangiando, ma ricordo noi due seduti a un tavolo dipinto di rosso, e il quadrato scintillante di sole che entrava dal vetro e colpiva il tavolo e me. E mi ricordo  mia nonna che mi chiedeva perchè non mi spostavo più in là, così non mi prendevo un'insolazione. E l'ho fatto, sono scivolato lungo la panca e ho ricominciato a mangiare all’ombra. Non so quanto tempo è  passato –non troppo , però, perché stavo ancora mangiando quello che avevo nel piatto-, quando all'improvviso un pannello di vetro è uscito dalle guide e si è schiantato sul tavolo e sulla panca, proprio dove prima ero seduto io. Non c’era dubbio che, se fossi stato ancora lì, si sarebbe fracassato sulla mia testa. Mi ricordo che ci abbiamo scherzato sopra; abbiamo riso dicendo meno male che mi ero tolto dal sole, e mia nonna ha spazzato via le schegge e abbiamo finito di mangiare. E’ stato soltanto anni dopo che ho pensato che quel giorno era successa una cosa strana. Un piccolo miracolo. Non so se il vetro cadendo mi avrebbe ucciso –probabilmente no-, ma a posteriori ho capito che mia nonna mi aveva salvato, se non dalla morte, almeno da qualche terribile ferita. Ho sempre voluto chiederglielo. Se lo ricordava anche lei? Era successo davvero? Si era presa uno spavento micidiale, oppure, come me bambino, credeva che l'amore portasse naturalmente alla chiaroveggenza? Però non gliene ho mai parlato. Forse temevo che parlandone, trasformando il ricordo in parole, potesse svanire o decomporsi come certi fragili e preziosi oggetti antichi che si sbriciolano appena tornano alla luce.

(Peter Cameron, Un giorno questo dolore ti sarà utile) 


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