Il Pacific Trash Vortex,
noto anche come Grande chiazza di immondizia del Pacifico (Great
Pacific Garbage Patch), è un enorme accumulo di spazzatura galleggiante
(composto soprattutto da plastica) situato nell'Oceano Pacifico,
approssimativamente fra il 135º e il 155º meridiano Ovest e fra il 35º e il 42º
parallelo Nord. La sua estensione non è nota con precisione: le stime vanno da
700.000 km² fino a più di 10 milioni di km² (cioè da un'area più grande della Penisola
Iberica a un'area più estesa della superficie degli Stati Uniti), ovvero tra lo
0,41% e il 5,6% dell'Oceano Pacifico. Quantunque valutazioni ottenute
indipendentemente dall'Algalita Marine Research Foundation e dalla Marina degli
Stati Uniti stimino l'ammontare complessivo della sola plastica dell'area in un
totale di 3 milioni di tonnellate, nell'area potrebbero essere contenuti fino a
100 milioni di tonnellate di detriti.
(da Wikipedia)
"L’accumulo si è formato a
partire dagli anni 50, a
causa dell’azione della corrente oceanica chiamata Vortice subtropicale del Nord Pacifico
(North Pacific Subtropical Gyre),
dotata di un particolare movimento a spirale in senso orario, che permette ai
rifiuti galleggianti di aggregarsi fra di loro. L’inquinamento da plastica
affligge oltre 300 specie animali nel mondo; nei mari del Pianeta sono presenti
tre chili di plastica per ogni chilo di alghe e il 61% della plastica misura
meno di un millimetro. Il galleggiamento di tali particelle, che apparentemente
somigliano a zooplancton, inganna le meduse che se ne cibano, causandone
l’introduzione nella catena alimentare. Anche i mammiferi marini, dai delfini
alle balenottere, mangiano quei piccoli pezzi di plastica scambiandoli per
calamari, rimanendone intossicati fino alla morte. Vengono ingannate persino le
tartarughe: recentemente alle Hawaii ne è stata pescata una con 1000 frammenti
di plastica nello stomaco. Ogni anno 1 milione di uccelli marini e 100.000
mammiferi e tartarughe marine muoiono a causa dell’inquinamento da plastica.
Come se non bastasse tutto
ciò, le creature marine cadono vittima anche delle reti abbandonate in mare:
nessun animale che ne rimanga intrappolato riesce a sopravvivere.
Il 20% della plastica che
finisce in mare proviene dalle grandi navi da crociera, che producono in
una sola settimana 8 tonnellate di rifiuti solidi. Il resto, è un triste merito
della nostra società. Si deve cominciare a pensare prima di usare qualcosa e,
soprattutto, prima di buttarlo via. E’ un dovere di tutti noi, come specie
umana, nei confronti delle altre specie che abitano il Pianeta, passare da una cultura dello spreco a una cultura
dell’uso sensato."
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