domenica 31 marzo 2013
Domenica delle Salme
“Faber tirò fuori uno dei
suoi famosi quaderni, e le cento righe di appunti quasi casuali, raccolti in
anni di letture di libri e quotidiani, in tre giorni diventarono la descrizione
lucida e appassionata del silenzioso, doloroso e patetico colpo di Stato avvenuto
intorno a noi senza che ci accorgessimo di nulla, della vittoria silenziosa e
definitiva della stupidità e della mancanza di morale sopra ogni altra cosa.
Della sconfitta della ragione e della speranza.” (Mauro Pagani)
La regia del videoclip è di Gabriele Salvatores.
giovedì 28 marzo 2013
mercoledì 27 marzo 2013
martedì 26 marzo 2013
Space Oddity
Comet Panstarrs setting behind the iconic Flatirons of Boulder, Colorado on March 19, 2013
“Il 16 marzo
2013 è stato registrato sulla superficie solare un flare delle dimensioni del
nostro pianeta.
Quando (il giorno dopo) l'eruzione ha toccato l'atmosfera
terrestre, si è venuta a creare un'aurora boreale di una bellezza
straordinaria.
Il celebre fotografo svedese Goran Strand ha fotografato (da
Östersund, città svedese a circa 200km a nord di Stoccolma) per tutta la durata
dell'evento (circa 4 ore) e ha poi montato il tutto, dando vita a questo spettacolo
naturale”
Svegliarsi la mattina
Svegliarsi
la mattina e lavarsi la faccia con l’acqua fredda; affacciarsi sulla strada
deserta, ed essere soli, ma mai così soli da non sperare nel bene migliore;
credere, mentre si beve il primo caffè del giorno, che tutto sarà migliore, che
verrà l’amore a scacciare i brutti pensieri che bloccano la vita; godere del
mattino che porta un po’ di dimenticanza del dolore, come un mare che si
presenta calmo all’alba, col respiro quieto; infilarsi in uno spiraglio che un
giorno ti offre, anche se niente cambia, e percorrere questo spiraglio
tutt’intero, senza voltarsi; essere uomini fino in fondo, con le ginocchia
salde anche quando il pavimento sembra muoversi; e imparare a dimenticare, a
non pensare, a non vedere, anche quando la mente vuole ricordare, pensare,
vedere; ignorare la nozione di futuro, perché tutto il dolore nasce dai ricatti
del futuro.
(Andrea Di Consoli, Il padre degli animali)
lunedì 25 marzo 2013
sabato 23 marzo 2013
Lunario
"A vent'anni ero
partito per una migrazione, con zaino in spalla e quasi senza soldi, fermandomi
a lungo in Germania. Alcune figure e fantasie di quel viaggio sono tornate a me
moltissimi anni dopo, come un sogno a puntate durato un mese. Era agosto di un anno
con grandi subbugli; al mattino facevo a piedi tutto un giro delle colline,
tornavo a casa verso le cinque, e mi mettevo a battere a macchina molto stanco.
Volevo scrivere ogni sera nella stanchezza, lasciando correre la macchina da scrivere in modo che le avventure fiorissero da sole, improvvisando come si fa nel jazz.
L'eroe di queste avventure parla come noi parlavamo sotto le armi, cioé nel modo più ordinario possibile. L'ordinario fa parte di questo sogno venuto da lontano, assieme al ritmo sincopato che avevo sempre in mente da giovane, perché ero un fanatico del jazz. Negli anni mi sono accorto che il libro perdeva colpi, era anche sdilinquito e vanesio, dovevo assolutamente riscriverlo.
Non bisogna buttare via i sogni solo perché non si è riusciti a raccontarli bene; altrimenti si diventa dei frustrati che disprezzano tutto. Bisogna curarli finché trovano le loro parole adatte, la loro aureola".
Volevo scrivere ogni sera nella stanchezza, lasciando correre la macchina da scrivere in modo che le avventure fiorissero da sole, improvvisando come si fa nel jazz.
L'eroe di queste avventure parla come noi parlavamo sotto le armi, cioé nel modo più ordinario possibile. L'ordinario fa parte di questo sogno venuto da lontano, assieme al ritmo sincopato che avevo sempre in mente da giovane, perché ero un fanatico del jazz. Negli anni mi sono accorto che il libro perdeva colpi, era anche sdilinquito e vanesio, dovevo assolutamente riscriverlo.
Non bisogna buttare via i sogni solo perché non si è riusciti a raccontarli bene; altrimenti si diventa dei frustrati che disprezzano tutto. Bisogna curarli finché trovano le loro parole adatte, la loro aureola".
Gianni Celati, Lunario del
paradiso
giovedì 21 marzo 2013
Primavera
Non ditemi che il mondo è brutto,
malato, ridotto in merda,
il mondo ha bisogno di esser bello,
anche se ti urla il cuore,
anche se ti strappano le dita.
Nino Pedretti, Al vòuşi e altre poesie in
dialetto romagnolo
mercoledì 20 marzo 2013
martedì 19 marzo 2013
How to make...
How to Make a
Baby
by photographer Patrice Laroche and Sandra
Denis, the mother of his new baby daughter Justine.lunedì 18 marzo 2013
Paesi Incivili
Dal primo aprile in provincia
di Siena inizierà la caccia alla volpe in tana. Ne dà notizia la Lida (Lega Italiana dei
Diritti dell'Animale). Piccoli cuccioli appena nati verranno sbranati da cani
addestrati a entrare nelle tane e quelli che riusciranno a sfuggire a questa
morte atroce saranno impallinati dai cacciatori appostati all'uscita della tana
stessa
GEAPRESS – Siena, ma non solo.
Anche altre province hanno nel recente passato autorizzato la caccia alla volpe
in tana. Un sistema tremendo, dal momento in cui il periodo scelto dalla
Provincia di Siena per uccidere centinaia di volpi è quello della riproduzione.
Il periodo degli amori,
informa un cacciatore, è quello tra la fine di gennaio ed i primi di febbraio.
La femmina partorisce dopo 51-54 giorni. Quattro-sei volpacchiotti, ciechi e
nudi (dice sempre il cacciatore). Dopo tre settimane i cuccioli fanno la loro
comparsa all’ingresso della tana.
Fatti quattro calcoli,
significa che nei primi giorni di aprile sono disponibili i “ciechi e nudi” animaletti, quelli,
cioè, contro i quali la
Provincia di Siena ha autorizzato la caccia in tana con
l’ausilio dei cani. Dal primo aprile fino all’estate. Il tutto
sembrerebbe avere avuto il parere favorevole dell’ISPRA.
Ma se la volpe (come scrive il
nostro cacciatore) si ciba di insetti, rane, topi, uccelli, lepri e piccoli
caprioli, con più spiccata tendenza in estate ad alimentarsi di topi ed altri
piccoli animali (in autunno, invece, frutta e bacche seguite da carogne in
inverno) "secondo voi perché viene fatta
la caccia alla volpe?"
Si attende ora il ricorso al
TAR, già presentato dalle associazioni.
© Copyright GeaPress – Tutti i
diritti riservati
La volpe è l’animale più sparato in Italia, sebbene sia tra i più
utili all’uomo in quanto predatore di piccoli animali e roditori come ratti. I
motivi non sono da ricercarsi nei presunti danni – del tutto risolvibili –ai
piccoli animali da allevamento, ma bensì perché sono accusate di nutrirsi di
fagiani, quaglie e altri uccelli allevati a fini venatori che sono semi
domestici e quindi rappresentano una facile preda. IN SOSTANZA SONO CONCORRENTI
DEI CACCIATORI, che vorrebbero sparare loro ai piccoli e addomesticati volatili.
Oltretutto, il metodo è crudele: la caccia in tana prevede l’ausilio di cani i
quali uccidono cuccioli inermi, molti ancora ciechi. La mamma cerca di
difendere i cuccioli con la sua vita, spesso sacrificata inutilmente poiché
viene anch’essa uccisa dai cani. IL TUTTO ACCADREBBE NELLE AZIENDE VENATORIE E
NELLE ZONE DI RIPOPOLAMENTO E CATTURA, OVERO DOVE VIENE ALLEVATA LA FAUNA PRONTO CACCIA.
IL TUTTO PER NON SCONTENTARE I CACCIATORI. E’ stato già presentato un ricorso
al TAR, ma visti i tempi ristretti sarebbe opportuno un dietro-front della
provincia di Siena: per questo SCRIVIAMO LA NOSTRA CONTRARIETA’
AL PRESIDENTE BEZZINI E AL RESPONSABILE DELLE POLITICHE ANIMALI DEL PD, ALBERTO
LENZI, chiedendo di ritirare fermare immediatamente questa assurda e immotivata
STRAGE.
Gli indirizzi sono: presidente@provincia.siena.it,
albertolenzi74@gmail.com, annamaria.betti@provincia.siena.it,
bruschi@provincia.siena.it,
serena.signorini@provincia.siena.it
DFW / 2
Questi ultimi
anni dell’era postmoderna mi sono sembrati un po’ come quando sei alle
superiori e i tuoi genitori partono e tu organizzi una festa. Chiami tutti i
tuoi amici e metti su questo selvaggio, disgustoso, favoloso party, e per un
po’ va benissimo, è sfrenato e liberatorio, l’autorità parentale se n’è andata,
è spodestata, il gatto è via e i topi gozzovigliano nel dionisiaco. Ma poi il
tempo passa e il party si fa sempre più chiassoso, e le droghe finiscono, e
nessuno ha soldi per comprarne altre, e le cose cominciano a rompersi e
rovesciarsi, e ci sono bruciature di sigaretta sul sofà, e tu sei il padrone di
casa, è anche casa tua, così, pian piano, cominci a desiderare che i tuoi
genitori tornino e ristabiliscano un po’ d’ordine, cazzo… Non è una similitudine
perfetta, ma è come mi sento, è come sento la mia generazione di scrittori e
intellettuali o qualunque cosa siano, sento che sono le tre del mattino e il
sofà è bruciacchiato e qualcuno ha vomitato nel portaombrelli e noi vorremmo
che la baldoria finisse. L’opera di parricidio compiuta dai fondatori del
postmoderno è stata importante, ma il parricidio genera orfani, e nessuna
baldoria può compensare il fatto che gli scrittori della mia età sono stati
orfani letterari negli anni della loro formazione. Stiamo sperando che i
genitori tornino, e chiaramente questa voglia ci mette a disagio, voglio dire:
c’è qualcosa che non va in noi? Cosa siamo, delle mezze seghe? Non sarà che
abbiamo bisogno di autorità e paletti? E poi arriva il disagio più acuto,
quando lentamente ci rendiamo conto che in realtà i genitori non torneranno più
- e che noi dovremo essere i genitori.
David Foster Wallace, in
L. McCaffery, An Interview with David Foster Wallace, “Review of
Contemporary Fiction”, vol. XIII, n.2, Summer 1993
sabato 16 marzo 2013
Il Presente
Senza dir nulla a nessuno
e senza un preventivo di spesa
il mandorlo stanotte ha messo i fiori.
Le nuvole più chiare del cielo
mi hanno portato la notizia.
Nino
Pedretti, Il mandorlo
venerdì 15 marzo 2013
giovedì 14 marzo 2013
martedì 12 marzo 2013
lunedì 11 marzo 2013
Il Posto
Ogni volta che in vita mia mi
sono illuso di essere arrivato, in vetta, al centro, là, legato a questo c’era
il fatto che là non potevo restare. Io posso solo fermarmi, per poco tempo, e
poi proseguire, fino a quando potrò forse esserci di nuovo, là, da qualche
parte per poco tempo. Esserci, esistere, per me è successo sempre e soltanto
per poco tempo, mai per tanto. La pienezza, anche questa qui, non è un rifugio
in cui restare. Di tutti i luoghi, sono stati proprio i luoghi della pienezza
quelli che con l’andare del tempo mi hanno fatto più male, e che per me son
diventati inquietanti. Mai abituarsi a restare! Stando sul posto, da qualsiasi
parte sia, l’appagamento non ha durata. Perde il suo incanto, in un baleno, e
lo perde anche il luogo. Il posto non è questo, qui non ci siamo. Su,
andiamocene. Avanti. Via di qui. E’ ora.
Peter Handke, L’assenza
domenica 10 marzo 2013
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