"Ogni giorno, milioni di notizie, di informazioni, di nozioni, e noi non
riusciamo più a distinguere le cose importanti. Siamo confusi, abbiamo
rimpiazzato “è vero, l’ha detto il telegiornale” con “è vero, l’ho letto su
Facebook”, siamo analfabeti duepuntozero, analfabeti di rigetto. Imprenditori
scriteriati hanno plagiato un governo che nessuno ha votato, un governo che ha
manipolato l’informazione e ci ha convinti di essere una buona parte, se non la
maggior parte, di una crisi economica; ci hanno accusato di avere troppi
diritti, ci hanno mostrato che il marcio di questa società sono i sindacati e
che per superare questa crisi occorra lavorare di più, produrre di più e tutto
a salari più bassi e con meno tutele, perché è logico, chi è tutelato commette
un crimine, si approfitta di un sistema e fa sperare a chi è stato assunto con
contratti capestro di poter ottenere un giorno gli stessi diritti, quindi via i
diritti di tutti, meno che nel pubblico impiego. Così noi poveri sciocchi
avremo qualcuno da additare, i dipendenti pubblici, e saremo noi, con la nostra
indignazione manipolata che chiederemo a un presidente del consiglio di fare
giustizia. Mentre la soluzione sta nel senso opposto. Perché lavorare per
produrre magazzini e riserve di oggetti che non potremo comprare o che non
avremo tempo di usare, dato che dobbiamo lavorare di più guadagnando di meno? È
il comma 22 dell’economia, l’implosione del liberismo come libertà economica.
La soluzione sta dalla parte opposta. Avere parità di salari e più
tempo libero, per coltivare un orto, per passeggiare, per leggere, per
dipingere, per veder crescere i figli, per amare e per sorridere, per andare al
cinema o a teatro chissà dopo si vedrà, per andare in vacanza, per far correre
il cane, per mettersi le dita nel naso…
Ma non possiamo. Siamo sempre troppo impegnati, sempre stressati e per
allieviare il disagio fotografiamo e condividiamo cibo, gatti, cani, amplessi,
tramonti, cessi e bocche a culo di gallina, crediamo di conoscere le persone
per i due aforismi che scrivono sui social, ci innamoriamo di avatar, arriviamo
a esserne gelosi addirittura. Siamo ancora quelli che ammirando la perfezione
di un fiore vero dicono “che bello, sembra finto” e vedendone uno finto
affermano “che bello, sembra vero”.
Questo siamo, però ne andiamo fieri, tanto è colpa degli statali
Buon 2015, coglioni."