mercoledì 2 luglio 2014

Schemi


Non bevo quasi mai, ma quando lo faccio voglio vedere i risultati prima possibile, per cui preferisco farlo a stomaco vuoto - e per risultati intendo esattamente la leggerezza di adesso: non ebbrezza vera e propria, solo un lieve appannamento del cervello, quel tanto che basta a scrostarlo dal calcare della razionalità e lasciarci finalmente scorrere le cose insensate. Si, sto bene: il crepuscolo che si avvicina lentamente, i tetti di Roma, il caldo, le rondini, i sensi leggermente annebbiati e il cervello disposto ad accontentarsi delle soluzioni più improbabili per il mio problema. Per esempio l'eventualità di un universo beffardamente illogico - perché no? - in cui gli eventi abbiano luogo senza causa, senza concatenarsi, come nei cartoni animati. Ora, in questo momento, sarei disposto a crederci. Niente ordine naturale delle cose, soltanto un insensato mescolarsi di vicende grandi e piccole, individuali e collettive, che solo localmente, e solo per puro caso, gli stregoni della ragione riescono qualche volta a mettere in relazione tra loro: un universo a immagine e somiglianza del tasto shuffle dei lettori di compact disc. Niente Dio, niente Big Bang, tutt'al più un librone come quello immaginato da Melville all'inizio di Moby Dick, con su scritte le cose che dovranno accadere, ma senza la firma delle tre Parche, e senza nessun altro artefice, nessuna spiegazione. Qualcuno le legge e le esegue come e quando può.

Sandro Veronesi,  La forza del passato




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