Lamarck is back?
L’evoluzione.
Quel processo che ci ha portato dalle pin-up alle milf, dalle scimmie
a Fabio Fazio, dal Game Boy alla PS4.
Tutto
il concetto di evoluzione darwiniana si basa sull’eredità del
carattere e la selezione naturale. Il gene muta, casualmente e poi
l’ambiente lo seleziona. La giraffa si sveglia un giorno col collo
lungo, può mangiare più foglie e sopravvive. Quindi, se la selezione
è positiva, il gene persiste nelle generazioni successive. Se la
selezione è negativa, vi estinguete per sempre. O quasi. Ricordo, a
scanso di equivoci, che sotto le 5.000 unità (non sono sicuro del
dato ma grosso modo) si è considerati estinti. I Panda Giganti?
Estinti. Le tartarughe giganti? Estinte. I comunisti italiani? Morti
e sepolti.
Il
“o quasi” ci dice però che ogni tanto qualche specie, data
appunto per estinta, si rinfoltisce e torna a vecchi splendori ma
insomma, è piuttosto raro, quindi evitate di votare i comunisti
italiani.
Ogni
anno si calcolano almeno 30.000 specie che puff, ciao per sempre. La
selezione, ricordiamo anche questo, non guarda in faccia a nessuno e
non è mirata a. Sopravvivono le specie più adatte non le migliori,
non me lo fate ripetere ancora.
Ora,
oltre ai geni e i loro tanti modi di regolarsi, ci sono pure i
meccanismi epigenetici, da non confondere con l’eugenetica.
I
meccanismi epigenetici sono quei meccanismi che vanno a modificare
provvisoriamente il DNA attivando e/o silenziando dei geni e che
dipendono da fattori ambientali esterni.
Modificare
il DNA provvisoriamente, cosa vuol dire? Fate conto che state
suonando la chitarra (il DNA) e qualcuno arriva e mette un dito su
una corda. Il dito sulla corda è una modifica epigenetica. È
provvisoria, ma basta a cambiare il corso della canzone, anche se per
un breve tragitto.
I
fattori scatenanti le modifiche epigenetiche possono essere diversi e
di varia natura: dal ciclo circadiano alle infezioni, dalla
temperatura allo stress, dal cazzottone di Bud Spencer alle punizioni
ad effetto di Roberto Carlos. Non vi cambiano solo la giornata, ma
vanno ben oltre.
Il
punto, ora ci arrivo, è che le modifiche epigenetiche possono
essere/diventare ereditabili. Non è il gene che si modifica ma il
vostro fenotipo sì. Le modifiche epigenetiche, per dire, vi
potrebbero far venire l’insonnia a voi ma non al vostro fratello
gemello ed è per questo che lo odiate. Papà e Mamma non ne
soffrivano, lui no, voi sì, i vostri figli probabilmente sì, i
figli dei vostri figli non più. Esatto, voi sarete gli unici stronzi
con l’insonnia a leggere questo post mentre tutte le altre
generazioni, prima e dopo di voi, dormono.
Caino
e Abele devono essere stati i primi due casi eziologici di fratelli
cloni, quindi presuppongo con lo stesso corredo genetico, ma con
comportamenti diversi dovuti appunto a diversi meccanismi
epigenetici.
Ora,
la scienza ha fatto un altro passo avanti ed ha scoperto che i
meccanismi epigenetici possono creare anche mutazioni permanenti
nella linea germinale e diventare a tutti gli effetti ereditabili
forever and ever. In alcune linee germinali maschili, il cambiamento
epigeneticamente indotto si perpetua fino alla generazione 30, e
questo perché piccoli RNA modificati dall’esterno finiscono nello
sperma, integrandosi in un certo senso con il genoma, e passano di
generazione in generazione.
In
pratica, una specie di acquisizione del carattere di lamarckiana
memoria. La giraffa che allunga il collo per mangiare e a forza di
allungarlo ci rimane. Ma potrebbe essere anche, restando nella sfera
darwiniana, un adattamento al cambiamento ambientale o, forse anche,
una combinazione delle due cose.
Quindi,
occhio a come vi comportate là fuori, le prossime generazioni
dipendono anche da voi. Ed è per questo che non ce la faremo mai!
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