domenica 29 ottobre 2017

Strisce




Civiltà e tempo


Com’è possibile che nel corso del tempo il mondo sia diventato sempre più civile, mentre oggi sembra che stia diventando sempre più incivile? Per caso sono stato così sfortunato da capitare in un raro momento di imbarbarimento globale? Oppure è solo che sto diventando vecchio e, come tutti i vecchi, chiamo imbarbarimento quello che invece è solo un tipo di progresso che non sono in grado di capire? Che ne so, magari questi nuovi beniamini del popolo sono un grande passo avanti


e io non riesco a rendermene conto solo perché sono affezionato a un mondo che sta scomparendo, e così, per mia grande sfortuna, il tizio nella foto qui sopra mi sembra solo un povero babbuino ritardato. È possibile, ma è anche possibile che ci sia un’altra spiegazione.
La “civiltà” è la capacità dei singoli componenti di una società di dare importanza alle esigenze degli altri, e non perché questo sia giusto o, ancora peggio, Giusto, ma perché è conveniente. È molto più conveniente vivere in una società dove ognuno dà importanza anche alle esigenze altrui, piuttosto che solo ed esclusivamente alle proprie, e in particolare è conveniente quando non si conta assolutamente niente come me e, presumibilmente, te. In una società civile, il piccolo sacrificio che devo fare quando mi trattengo dal lanciare un gavettone di, diciamo, acqua a chi suona i bonghi in strada, mi viene ampiamente ripagato quando gli amanti degli animali si trattengono dal privarmi della mia bellissima giacca di pelle di agnello (grazie). Ne approfitto per dire che la mia giacca è per me il simbolo della mia individualità e della mia fede nella libertà personale.
Un buon indicatore della civiltà di un posto è la percentuale di macchine che si fermano quando uno attraversa sulle strisce. Certo la civiltà si esprime anche in cose molto più serie, come il livello dei servizi sociali, l’efficienza dei trasporti o la qualità del vino prodotto secondo il metodo champenoise, ma le strisce pedonali sono più facili da verificare. Ecco per esempio una classifica basata sulla mia personale osservazione:

Zurigo 100%
Bilbao 96%
Bruxelles 91%
Londra 90%
Cracovia 85%
Madrid 82%
Parigi 64%
Bologna 50%
Roma -75%

Il numero negativo di Roma significa che, non solo non si fermano, ma accelerano per metterti sotto.
Questa è la mia definizione di civiltà (per non farmi influenzare, non ho controllato il dizionario). Il cosiddetto “progresso” è ovviamente l’aumentare della civiltà, mentre l’”imbarbarimento” è la diminuzione della civiltà.
Ora, mi sembra evidente che ci sia stato un notevole progresso rispetto all’antico Egitto, quando le strisce pedonali nemmeno esistevano, e nel complesso mi pare che tutta la storia dell’umanità vada verso una sempre maggior percentuale di gente che si trattiene dal mettere sotto i suoi simili, tranne che in questi ultimi anni. In questi ultimi anni la gente si è messa ad applaudire entusiasticamente individui che, esplicitamente e senza giri di parole, mirano a mettere sotto tutto ciò che può essere messo sotto, compresi coloro che li applaudono. Quindi, tornando alla domanda iniziale, come si spiega questo improvviso passaggio dal progresso all’imbarbarimento, proprio ora, proprio quando stavo iniziando a godermela?
In realtà non c’è stato nessun passaggio, il mondo sta sempre progredendo e contemporaneamente si sta sempre imbarbarendo, e ciò è possibile perché progresso e imbarbarimento avvengono su scale temporali diverse. L’errore è pensare che il progresso avvenga seguendo questo andamento



Invece segue questo



Come si vede dalla figura, sul lungo periodo la civiltà aumenta, ma lo fa attraversando periodi in cui diminuisce, prima piano piano, poi sempre più velocemente, fino a precipitare in una catastrofe. La catastrofe è rapidissima rispetto ai tempi della Storia, segna un minimo relativo nell’andamento della civiltà e non è derivabile, ma dopo di essa, per quanto grave possa essere stata, la civiltà si risolleva di colpo e raggiunge un livello più alto di quello che aveva alla fine della catastrofe precedente, e così, catastrofe dopo catastrofe, l’umanità progredisce.
La nostra ultima grande catastrofe è stata ovviamente Mr. Baffetti: circa 60 milioni di morti in tutto il mondo per colpa di un tizio fissato coi prepuzi, ma dopo di lui il mondo si è ripreso, la gente è diventata improvvisamente più civile e meglio disposta verso il mondo, come uno che si è appena svegliato da un incubo. Poi, però, la civiltà ha cominciato di nuovo a diminuire, prima lentamente, poi sempre più in fretta man mano che il ricordo della catastrofe diventava sempre più sbiadito. Tanto per fare un esempio, l’assemblea costituente italiana, confrontata col parlamento di oggi, sembra un dream team. Sì, è vero, in quell’assemblea c’era anche Andreotti, ma Andreotti, in confronto a Salvini, è un dream team.
Ora non saprei dire a che punto siamo della discesa e quanto sia lontana la prossima catastrofe, ma, una volta passata anche questa, possiamo stare certi che l’umanità ripartirà da un livello di civiltà più alto. Sempre che sopravviva.


Pubblicato da Smeriglia | 25.10.17












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