Le
comunità virtuali che hanno sostituto quelle naturali creano solo
l'illusione di intimità e una finzione di comunità. Non sono validi
sostituti del sedersi insieme ad un tavolo, guardarsi in faccia,
avere una conversazione reale. Né sono in grado queste comunità
virtuali di dare sostanza all'identità personale, la ragione
primaria per cui le si cerca. Rendono semmai più difficile di quanto
non sia già accordarsi con se stessi. Le persone camminano qua e là
con l'auricolare parlando ad alta voce da soli, come schizofrenici,
paranoici, incuranti di ciò che sta loro intorno. L'introspezione è
un'attività che sta scomparendo. Sempre più persone, quando si
trovano a fronteggiare momenti di solitudine nella propria auto, per
strada o alla cassa del supermercato, invece di raccogliere i
pensieri controllano se ci sono messaggi sul cellulare per avere
qualche brandello di evidenza che dimostri loro che qualcuno, da
qualche parte, forse li vuole o ha bisogno di loro.
Zygmunt
Bauman, Intervista sull'identità
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