lunedì 18 febbraio 2019

Correzione




Ma naturalmente l’uomo non riesce a liberarsi di nulla, abbandona il carcere in cui è stato concepito e generato solo nel momento della sua morte. Entriamo in un mondo che ci è stato dato ma che non è preparato a noi e dobbiamo venire a capo di questo mondo, se non veniamo a capo di questo mondo andiamo in rovina, ma se non andiamo in rovina, quale che sia la nostra natura, dobbiamo prendere provvedimenti, dobbiamo trasformare questo mondo che ci è dato e che non è preparato per noi e a noi, questo mondo che comunque, poiché è fatto dai nostri predecessori, vuole aggredirci e distruggerci e infine annientarci, questo mondo non ha in mente nient’altro per noi, dobbiamo trasformarlo in un mondo secondo i nostri intendimenti, dapprima restando sullo sfondo, senza farci notare, ma in seguito con tutta l’energia possibile e molto apertamente, in modo da poter dire, dopo qualche tempo,  viviamo nel nostro mondo, non in quello che ci è dato, che è sempre un mondo che non ci riguarda e che vuole annientarci e distruggerci. Già fin dai primi accenni della ragione dobbiamo esplorare attentamente la possibilità di trasformare il mondo, questo mondo che ci siamo trovati addosso come un abito logoro e consunto, troppo piccolo o troppo grande per noi ma comunque logoro e lacero davanti e didietro e frusto e puzzolente che ci è stato tirato addosso, per così dire, dalle confezioni universali, sondare sempre più a fondo e sempre più addentro questo sovrastato e poi anche substrato per arrivare alla possibilità di fare nostro il mondo che non è nostro, tutta la nostra esistenza dev’essere concentrata esclusivamente su questa possibilità, e cioè come e in quale modo possiamo trasformare e infine trasformeremo questo mondo che non è il nostro

Thomas Bernhard, Correzione






Nessun commento:

Posta un commento