Non
so se avete mai provato quella strana felicità, immotivata e
incongrua, che prima ti solleva e poi ti lascia a mezz’aria,
sospesa, e sei leggera e vibrante, un po’ intontita, e non solo
senza passato ma senza alcuna biografia, e tutto intorno è così
tiepido e gentile che ti viene da piangere. Una vaga nostalgia di
futuro.
Elvira
Seminara, Scusate la polvere
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