Al
mattino notare i nostri conviventi oggetti, secondo me, è preghiera.
Tranquilla lontananza. Nessun tentativo di compiacere, né consolare,
né niente di niente: gli oggetti sono maestri di tranquilla
lontananza e ci riconsegnano alla nostra, ci insegnano senza
proferire parola, a stare.
Che
cos’è quel di più di non so cosa che fa scrivere oltre che
vivere? Mah! Forse gratitudine, forse si sente che ogni pochi secondi
riceviamo polvere dall’universo e viene una pienezza e si
restituisce, si sborda un po’, ci si travasa nel mondo. Come fanno
i fiori. Ma anche gli alberi e le rocce e gli animali. Tutti nati da
quel fuoco appassionato di venir fuori e gridare: grazie, grazie!
Chandra
Livia Candiani
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