Ovviamente non credo che tutti i tumori si spieghino così, ma credo che ci siano persone il cui nucleo è incrinato praticamente fin dal principio, e che nonostante tutti gli sforzi, il coraggio, la buona volontà, non siano in grado di vivere davvero, e che uno dei modi in cui la vita, che vuole vivere, si apre un varco dentro di loro, potrebbe essere la malattia, e non una malattia qualunque: il cancro. È perché credo questo che mi indigno profondamente quando sento certe persone dire che siamo liberi, che la felicità si decide, che è una scelta morale. I maestri di allegrezza per i quali la tristezza è mancanza di gusto, la depressione segno di pigrizia, la malinconia un peccato. Sono daccordo, è un peccato, magari anche il peccato mortale, ma ci sono persone che nascono peccatrici, che nascono dannate, e che tutti gli sforzi, tutto il coraggio, tutta la buona volontà non sapranno strappare alla loro condizione. Tra coloro che hanno un nucleo incrinato e gli altri, è come tra poveri e ricchi, è come la lotta di classe, si sa che ci sono dei poveri che ce la fanno ma la maggior parte no, non ce la fa, e dire a un malinconico che la felicità è una decisione, è come dire a un affamato che può sempre mangiare brioche.
Emmanuel Carrère, Vite che non sono la mia
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