La passione della perfezione viene
tardi. O, per meglio dire, si manifesta tardi come passione cosciente. Se era
stata una passione spontanea, l'attimo, fatale in ogni vita, del «generale
orrore» del mondo che muore intorno e si decompone, la rivela a se stessa: sola
selvaggia e composta reazione.
In un'epoca di progresso puramente
orizzontale, nella quale il gruppo umano appare sempre più simile a quella fila
di cinesi condotti alla ghigliottina di cui è detto nelle cronache della
rivolta dei Boxers, il solo atteggiamento non frivolo appare quello del cinese
che, nella fila, leggeva un libro. Sorprende vedere altri azzuffarsi a sangue,
in attesa del loro turno, sul preferito tra i carnefici operanti sul palco. Si
ammirano i due o tre eroi che ancora lanciano vigorose fiondate all'uno o
all'altro carnefice imparzialmente (poiché è noto che di un solo carnefice si
tratta, se anche le maschere si avvicendino). Il cinese che legge, in ogni
modo, mostra sapienza e amore alla vita.
E’ prudente dimenticare che, secondo la
cronaca, quell’uomo dovette a ciò la sua testa: l'ufficiale tedesco di scorta
ai condannati non resse alla sua compostezza e gli fece grazia. E’ decente
ritenere le parole che il cinese proferì, interrogato, prima di perdersi tra la
folla: «Io so che ogni rigo letto è profitto».
E’ lecito immaginare che il libro che egli teneva tra le mani fosse un libro
perfetto.
Cristina Campo, Gli Imperdonabili
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