Mentre al cittadino non
interessa affatto essere aggiornato su celluliti e flirt dei rappresentanti del
Governo, e spererebbe anzi di svegliarsi un giorno scoprendo che la
sostituzione dello star-system con un deprimente surrogato popolato da politici
e giornalisti è stata solo un incubo, la superficialità con cui la compagine
istituzionale si esprime in merito agli animali preoccupa e dispiace.
A motivare oggi un comunicato
colmo di sconcerto dell’Enpa-Ente
nazionale protezione animali, sono le dichiarazioni di Maria Elena Boschi,
giovane ministro per le Riforme Costituzionali e per i Rapporti con il
Parlamento, che in visita a Zagarolo (Roma) avrebbe indugiato in degustazioni
alimentari, dichiarando a un quotidiano il proprio rammarico per la scarsa
reperibilità di carne di cavallo.
Non si può certo impedire alle
persone, in politica o no, di coltivare in privato i gusti più primitivi.
Tuttavia, quello stesso Pd che a lungo si è indignato per le ostentazioni sessuali
dell’avversario Berlusconi invocando pudore e rispetto della pubblica
sensibilità, farebbe bene a considerare che l’amore per gli animali, l’urgenza
di una rivoluzionaria armonia con la natura, percorre con forza sempre
maggiore l’Italia. Da noi, vegani e vegetariani sono ormai alcuni milioni e
rappresentano fra il sette e il dieci per cento della popolazione (i
cacciatori, che grazie agli emendamenti del Pd inaugurano la stagione venatoria
con più colpi in canna e potranno sparare ad animali imprigionati dalla neve,
sono appena seicentomila).
Eppure, nei confronti della
altre specie, il Governo Renzi seguita a manifestare sprezzante incuranza.
Neppure sull’incredibile uccisione dell’orsa Daniza e le persecuzioni riservate
ai suoi simili – nonché ai lupi – protestate a furor di popolo, il premier ha
voluto spendere una parola. La sua presenza è annunciata alla People’s Climate
March di New York: non certo un semplice appuntamento mondano.
Il rispetto per gli animali va
di pari passo con il concetto di condivisione e salvaguardia dei luoghi e la
nostra salvezza, economica e morale. Per esempio, chi adotta uno stile di vita
il più possibile cruelty free, oltre a tutelare la propria salute evitando
ormoni e medicinali, diventa cliente eccellente dell’agricoltura e contribuisce
ad arginare disboscamenti, inquinamento, monocolture, sperpero di risorse
energetiche e idriche dovuto agli allevamenti intensivi per carne e pesce.
Sarebbero quindi preziosi investimenti sull’educazione dei giovani (dalla
raccolta differenziata al concepire il Pianeta non un supermercato, ma risorsa
di salute e bellezza), oltre a finanziamenti ai metodi alternativi alla
vivisezione (creerebbero opportunità di lavoro e spalancherebbero la porta a
uno straordinario progresso della scienza).
Seppur lento, questo profondo
mutamento sociale è già in atto, e nulla potrà, sulla lunga durata,
l’arretratezza dei nostri amministratori e la loro scarsissima indipendenza
dalle grandi lobby industriali. Tuttavia, se quello stesso cambiamento ostentato come soluzione
alla crisi includesse la considerazione verso motivazioni ormai popolari, ci
sentiremmo un po’ meno malmessi.
Margherita d’Amico