Se i sottoproletari si sono
imborghesiti, i borghesi si sono sottoproletarizzati. La cultura che essi
producono, essendo di carattere tecnologico e strettamente pragmatico,
impedisce al vecchio "uomo" che è ancora in loro di svilupparsi. Da
ciò deriva in essi una specie di rattrappimento delle facoltà intellettuali e
morali. La responsabilità della televisione, in tutto questo, è enorme. Non
certo in quanto "mezzo tecnico", ma in quanto strumento del potere e
potere essa stessa. Essa non è soltanto un luogo attraverso cui passano i
messaggi, ma è un centro elaboratore di messaggi. È il luogo dove si concreta
una mentalità che altrimenti non si saprebbe dove collocare. È attraverso lo
spirito della televisione che si manifesta in concreto lo spirito del nuovo
potere. Non c'è dubbio (lo si vede dai risultati) che la televisione sia
autoritaria e repressiva come mai nessun mezzo di informazione al mondo. Il
giornale fascista e le scritte sui cascinali di slogans mussoliniani fanno
ridere: come (con dolore) l'aratro rispetto a un trattore. Il fascismo, voglio
ripeterlo, non è stato sostanzialmente in grado nemmeno di scalfire l'anima del
popolo italiano: il nuovo fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e
di informazione (specie, appunto, la televisione), non solo l'ha scalfita, ma
l'ha lacerata, violata, bruttata per sempre.
(Pierpaolo Pasolini, "Corriere della Sera", 9 dicembre
1973)
Una futura detective con la coda! (Giallo)
RispondiEliminaRob
e anche buongustaia! le piaceva il detective giovane e biondo, seguiva solo lui, sullo schermo...
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