sabato 27 settembre 2014

Animali



 Mentre al cittadino non interessa affatto essere aggiornato su celluliti e flirt dei rappresentanti del Governo, e spererebbe anzi di svegliarsi un giorno  scoprendo che la sostituzione dello star-system con un deprimente surrogato popolato da politici e giornalisti è stata solo un incubo, la superficialità con cui la compagine istituzionale si esprime in merito agli animali preoccupa e dispiace.
A motivare oggi un comunicato colmo di sconcerto dell’Enpa-Ente nazionale protezione animali, sono le dichiarazioni di Maria Elena Boschi, giovane ministro per le Riforme Costituzionali e per i Rapporti con il Parlamento, che in visita a Zagarolo (Roma) avrebbe indugiato in degustazioni alimentari, dichiarando a un quotidiano il proprio rammarico per la scarsa reperibilità di carne di cavallo.
Non si può certo impedire alle persone, in politica o no, di coltivare in privato i gusti più primitivi. Tuttavia, quello stesso Pd che a lungo si è indignato per le ostentazioni sessuali dell’avversario Berlusconi invocando pudore e rispetto della pubblica sensibilità, farebbe bene a considerare che l’amore per gli animali, l’urgenza di una rivoluzionaria armonia con la natura,  percorre con forza sempre maggiore l’Italia. Da noi, vegani e vegetariani sono ormai alcuni milioni e rappresentano fra il sette e il dieci per cento della popolazione (i cacciatori, che grazie agli emendamenti del Pd inaugurano la stagione venatoria con più colpi in canna e potranno sparare ad animali imprigionati dalla neve, sono appena seicentomila).
Eppure, nei confronti della altre specie, il Governo Renzi seguita a manifestare sprezzante incuranza. Neppure sull’incredibile uccisione dell’orsa Daniza e le persecuzioni riservate ai suoi simili – nonché ai lupi – protestate a furor di popolo, il premier ha voluto spendere una parola. La sua presenza è annunciata alla People’s Climate March di New York: non certo un semplice appuntamento mondano.
Il rispetto per gli animali va di pari passo con il concetto di condivisione e salvaguardia dei luoghi e la nostra salvezza, economica e morale. Per esempio, chi adotta uno stile di vita il più possibile cruelty free, oltre a tutelare la propria salute evitando ormoni e medicinali, diventa cliente eccellente dell’agricoltura e contribuisce ad arginare disboscamenti, inquinamento, monocolture, sperpero di risorse energetiche e idriche dovuto agli allevamenti intensivi per carne e pesce. Sarebbero quindi preziosi investimenti sull’educazione dei giovani (dalla raccolta differenziata al concepire il Pianeta non un supermercato, ma risorsa di salute e bellezza), oltre a finanziamenti ai metodi alternativi alla vivisezione (creerebbero opportunità di lavoro e spalancherebbero la porta a uno straordinario progresso della scienza).
Seppur lento, questo profondo mutamento sociale è già in atto, e nulla potrà, sulla lunga durata, l’arretratezza dei nostri amministratori e la loro scarsissima indipendenza dalle grandi lobby industriali. Tuttavia, se quello stesso cambiamento ostentato come soluzione alla crisi includesse la considerazione verso motivazioni ormai popolari, ci sentiremmo un po’ meno malmessi.

Margherita d’Amico


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