lunedì 29 settembre 2014

Atleti



Ecco una teoria. I grandi atleti sono affascinanti perché incarnano il successo basato sul confronto che noi americani veneriamo - il più veloce, il più forte - e perché lo fanno in modo non ambiguo. La questione di chi sia il miglior idraulico o il miglior ragioniere è impossibile persino da definire, laddove chi sia il miglior lanciatore, il miglior cestista o tennista è, in qualsiasi momento, una questione di record statistici pubblici. I grandi atleti ci affascinano perché fanno presa sulle nostre ossessioni gemelle per superiorità competitiva e numeri.
(...)

Potrebbe essere benissimo che noi spettatori, privi dei doni divini degli atleti, siamo gli unici a essere davvero in grado di vedere, esprimere e animare l’esperienza del dono a noi negato. E che coloro i quali ricevono e mettono in pratica il dono del genio atletico debbano, di necessità, essere ciechi e muti al riguardo, e non perché la cecità e il mutismo siano il prezzo di quel dono, ma perché ne sono l’essenza.


DFW,  Consider the lobster

 


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