Quando si comincia a dimenticare
le cose – non mi riferisco all’Alzheimer, ma solo alle prevedibili conseguenze
dell’età – si può reagire in vari modi. Ci si può mettere d’impegno e cercare
di costringere la memoria a cacciare fuori il nome di quel conoscente, di quel
fiore, quella stazione ferroviaria, quell’astronauta… Oppure si può ammettere
la propria défaillance e prendere misure pratiche al riguardo, utilizzando
testi di consultazione e internet. O piú semplicemente, si può lasciar perdere
– infischiarsene di ricordare – e scoprire, a volte, che l’elemento smarrito
riaffiora magari a distanza di un’ora o di un giorno, spesso nel corso di
quelle interminabili notti insonni che la vecchiaia infligge. È una cosa che
impariamo tutti, tutti quelli di noi che dimenticano, intendo.
Ma impariamo anche qualcos’altro, e cioè che al nostro cervello non piace che gli si attribuisca un ruolo fisso. Proprio quando crediamo che sia tutta una questione di decrescita, di sottrazioni e divisioni, ecco che la nostra mente, la nostra memoria, possono sorprenderci. Quasi a dirci: Non pensare di poter fare conto su un rassicurante processo di graduale declino – la vita è molto piú complicata di cosí. E allora il cervello si mette a lanciarti addosso brandelli di cose, perfino a sbrogliare certi ben noti grovigli della memoria. E, con mio grande sgomento, è proprio questo che mi stava capitando.
Ma impariamo anche qualcos’altro, e cioè che al nostro cervello non piace che gli si attribuisca un ruolo fisso. Proprio quando crediamo che sia tutta una questione di decrescita, di sottrazioni e divisioni, ecco che la nostra mente, la nostra memoria, possono sorprenderci. Quasi a dirci: Non pensare di poter fare conto su un rassicurante processo di graduale declino – la vita è molto piú complicata di cosí. E allora il cervello si mette a lanciarti addosso brandelli di cose, perfino a sbrogliare certi ben noti grovigli della memoria. E, con mio grande sgomento, è proprio questo che mi stava capitando.
Julian Barnes, Il
senso di una fine
Nessun commento:
Posta un commento