Si chiama Al posto loro
ed è dedicato ai quindici macachi vittime degli esperimenti al cervello negli
stabulari dell’Università di Modena e Reggio Emilia, il folgorante
cortometraggio di Piercarlo Paderno, filmaker e attivista di Animal Amnesty,
che nel giugno scorso aveva accompagnato Paolo Bernini, deputato M5S, nel vano
tentativo di un accesso chiarificatore ai laboratori. (...)
Finora, non sono state
sufficienti alla scarcerazione degli animali più di cinquantamila firme dei
cittadini e una lettera sottoscritta da ben novanta parlamentari che
chiedono, anch’essi, la liberazione dei primati, oggetto di lunghi test
invasivi e dolorosi culminanti con la morte, dalla dubbia utilità a detta degli
stessi ricercatori – di cui fu registrata una conversazione filmando di
nascosto le tristissime condizioni di detenzione di animali terrorizzati.
Paderno
ci propone dunque una riflessione in più. Ci chiede di pensare cosa proveremmo
se accadesse a noi; se la tortura, gli elettrodi impiantati nel cranio
trapanato, l’immobilizzazione con le cinghie sulla sedia di contenzione, gli
stimoli, lo stordimento, la paura, fossero vissuti da un uomo.
E’ casto e quasi
immobile, il suo brevissimo film. Non si grida né si versa una goccia di sangue
in più di quello già raggrumato sulla fronte dell'ammutolito protagonista, (…)
Ciò nondimeno, la provocazione è forte.
F
I macachi di Modena possono
essere studiati per un anno intero con elettrodi impiantati nella scatola
cranica, legati a una sedia quando non segregati da soli in una gabbia
minuscola, per essere infine uccisi in favore di un esame del cervello. Perché,
per curare quale malattia? "Effettivamente, essendo ricerca
di base, ha il solo scopo della conoscenza", è la risposta di un
ricercatore, riportata dal video realizzato dentro la struttura...
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