Per me allora era fonte
sia di terrore che di conforto il fatto di sapere che spesso sembravo
invisibile o, per essere precisi, il fatto di esistere in modo incompleto e
minimo. Mi sembrava di non avere impatto sul mondo, e di avere in cambio il
privilegio di poterlo osservare a sua insaputa. Ma la mia allusione a questa
sensazione di spettrale inconsistenza mi sembrò molto particolare e il sudore
incominciò a coprirmi tutto il corpo, dichiarandomi immediatamente colpevole di
patente corporeità.
Marilynne Robinson, Padrona
di casa
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