mercoledì 29 novembre 2017

Democrazia




Ecco, secondo me, come nascono le dittature. Esse hanno due madri. Una è l’oligarchia quando degenera, per le sue lotte interne, in un governo autoritario. L’altra è la democrazia quando, per sete di libertà e per l’inettitudine dei suoi capi, precipita nella corruzione e nella paralisi. Allora la gente si separa da coloro cui fa la colpa di averla condotta a tale disastro e si prepara a rinnegarla prima coi sarcasmi, poi con la violenza, che della dittatura è pronuba e levatrice. Così la democrazia muore: per abuso di se stessa. E prima che nel sangue, nel ridicolo.

Platone, La Repubblica 




















martedì 28 novembre 2017

Eredità




I nostri avi ci hanno lasciato in eredità
degli Schonbrunn, dei Palazzi d’Inverno,
dei Ponts Charles,
delle Piazza San Marco,
senza menzionare
i Westminster
che rappresentano
i drammi di Shakespeare,
i romanzi di Tolstoi
o la “suite n. 3” di Bach.
E noi altri,
cosa lasceremo in eredità
ai nostri discendenti?
Degli snack-bar,
delle stazioni di servizio,
dei garages,
e qualche anti-romanzo.

Izet Sarajlić
(Doboj, 16 marzo 1930 – Sarajevo, 2 maggio 2002)


 Chi ha fatto il turno di notte
per impedire l’arresto
del cuore del mondo?
Noi, i poeti




Brain










lunedì 27 novembre 2017

Moduli abitativi




 M.A.DI. Home
Acronimo di Modulo Abitativo Dispiegabile, è un sistema costruttivo che usa la tecnica del dispiegamento per la realizzazione di edifici antisismici ad uso residenziale, per il tempo libero, l’ospitalità, la collettività, il commercio, l’artigianato e la realizzazione di villaggi temporanei per eventi sportivi o fieristici e di pronto intervento in caso di calamità naturali. ​ ​ ​
Le strutture M.A.DI. non consumano territorio perchè non necessitano di fondazioni e, venuto meno l’uso, possono essere ripiegate e trasferite in altro luogo o semplicemnete impilate in un deposito pronte per un nuovo utilizzo; l'ancoraggio è comunque assicurato da un innovativo, invisibile ed ecologico sistema di fondazione a vite. L'aggiunta di pannelli solari può rendere le strutture M.A.DI. energeticamente autonome. Le uniche veramente rimovibili, recuperabili e riutilizzabili al 100% e che s'installano senza deturpare l'ambiente ma semplicemente entrando in simbiosi con esso.
Una struttura M.A.DI. è abitabile in un paio di giorni; ne consegue un cantiere quasi inesistente e ridottissimi costi di gestione
 
https://www.madihome.com/








venerdì 24 novembre 2017

All alone




52 Hertz, World's loneliest whale

L'hanno battezzata prima “52 Hertz” poi “la balena più solitaria del mondo”, ma in realtà nessuno l'ha mai vista, tanto che non si sa se sia una balenottera comune, una balenottera azzurra o addirittura un ibrido delle due specie.

Nel 1989, subito prima della fine della guerra fredda, gli idrofoni captarono nel nord dell’oceano Pacifico un suono strano ma chiaramente attribuibile a una balena; non era chiaro a quale specie appartenesse, ma a quel tempo alla US Navy non interessava saperlo, e si trattava comunque di materiale top secret.

Oggi sappiamo molto dei “canti” emessi dalle balene e, come accade per i pipistrelli con l’uso dei bat-detector, siamo in grado di risalire, dai segnali captati, a quale specie li stia emettendo. In qualche caso si può addirittura risalire all’individuo. Sappiamo per esempio che il canto delle balenottere azzurre, gli animali più grandi mai esistiti su questo pianeta, è nel range di frequenza di 10-39 hertz (Hz), quello delle balene artiche, seconde in dimensioni solo alle balenottere azzurre, è di 160 Hz, quello delle balenottere comuni è di 20 Hz e così via. Lo strano suono captato nel 1989 tuttavia, emesso da un solo individuo, era di 52 Hz, il che non corrisponde a nessuna balena conosciuta.

Fu il biologo marino Bill Watkins a capire nel 1992 che il suono era anomalo, e da allora per lui tracciare la balena misteriosa che cantava a 52 Hz diventò una specie di ossessione. Seguì la sua personale “Moby Dick” per 12 anni, dal 1992 al 2004, anno in cui morì all’età di 78 anni. Ogni volta che veniva captato, il segnale a 52 Hz era unico, portando Watkins (e soprattutto la stampa) a concludere che si trattasse “della balena più sola del mondo”.
Le performances canore avvenivano di solito in inverno, in particolare tra dicembre e gennaio, mentre l’animale si spostava anche per migliaia di km (sino a 11.000) in direzione sud-est nell’oceano Pacifico.

Nessuno sa chi sia l’individuo che canta solitario a 52 Hz, e se sia maschio o femmina. Qualcuno ritiene che sia una specie sconosciuta, sebbene stiamo parlando di balenottere, le creature più grandi del pianeta, difficile che passino inosservate. Se così fosse, potrebbe essere l’ultimo della sua specie, che canta ogni anno solitario sperando invano di incontrare l’amore. Alcuni pensano che si tratti di un ibrido, un incrocio tra una balenottera azzurra e una balenottera comune. Altri pensano che si tratti di un individuo di balenottera azzurra deforme, che non riesce a intonarsi col coro delle altre balenottere. Altri ancora pensano che sia una balena sorda. Si tratta in ogni caso di un individuo adulto che riesce a sopravvivere da almeno 26 anni, quindi è sicuramente in buona salute.

Nel tempo il canto di “52Hz”, come viene chiamata la misteriosa balena, è diventato più basso, forse man mano che l’animale invecchiava, e oggi dovrebbe aggirarsi intorno ai 47 Hz.
Dalla morte di Watkins nel 2004 nessuno ha più attivamente cercato la balena misteriosa, e il suo canto non è stato registrato per diversi anni.







Black friday





































Map










giovedì 23 novembre 2017

domenica 19 novembre 2017

Malattia




Sophie pesava quarantacinque chili, una radiografia di Sophie. Le cavità di ascelle e inguine e le punte di bacino, gomiti, nocche e spina dorsale tendevano lo stretto involucro della pelle malata come le sporgenze delle corna di un cervo. Sentiva che ciò che lei era rimpiccioliva progressivamente dentro un corpo le cui zone più distanti diventavano remote, esaurite, scollegate, da scaricare in volo come le fasi di un missile. Troppo spesso ormai gli arti sembravano collegati alla persona né più né meno delle teste autonome e svolazzanti di un' idra, volitive, recalcitranti e fuori sincrono. La sua bellissima testa era un cranio lucido, una spruzzaglia di alghe al posto dei capelli soltanto sopra le orecchie e un melone liscio teso ben bene sopra come involucro lucente, e poi giù lungo la fronte rugosa come un asse da bucato fino ai graziosi occhi verdi incorniciati da cerchi di un nero così carico e totale che sembravano sprofondati dentro le orbite. Sophie premette un dito bianco su un cerchio nero sotto l' occhio, inclinò la testa e si sorrise. (...) 
 
Sophie è la vita di Solomon e viceversa, non si discute. Dopo trentadue anni di simile fortuna e felicità, Sophie non sa nemmeno da dove cominciare a ringraziare Dio in ginocchio. Il tempo da malata insieme a Solomon è molto meglio del tempo normale in qualsiasi altro luogo, e viceversa: Solomon considera allo stesso modo il tempo passato con Sophie malata. È tutto vero anche se Solomon in realtà non vuole ammettere che Sophie è malata; o meglio, così malata da impedire a una Sophie Silverfish malata di tenere testa a qualunque cosa il mondo possa scagliare addosso a una persona che sta bene, incluso Solomon Silverfish, l' avvocato pazzo che si ritrova per marito. 
Solomon ha giocato con la malattia della moglie in quel modo frenetico che ha di giocare con tutte le cose che lo toccano nel profondo. La prendeva in giro e la torturava. Accusava una Sophie radiografica di obesità dirompente. Le tirava l' orecchio reggendole la testa sopra il water. Si lamentava a gran voce dell' umidore salato che sentiva in bocca quando di notte le baciava le lacrime silenziose di un dolore silenzioso. Pasticciava con le sue parrucche. Una volta col rossetto le aveva disegnato sul cranio una faccia sorridente con gli occhi storti mentre lei dormiva. Certe volte usava il vuoto lasciato da un seno per poggiare il mezzo melone della colazione a letto, il mattino. Sophie sa che a un estraneo può sembrare poco gentile. Essendo sua moglie da anni sa anche che Solomon riserva la gentilezza a chi secondo lui ne ha bisogno perché è messo male. Diventa gentile con qualcuno quando gli dispiace per lui. E a Sophie Solomon non farebbe mai il torto di dispiacersi per lei. 
Sophie sa che solo Solomon sa che una Sophie malata è sotto tutti gli aspetti importanti pur sempre una Sophie, non un insieme di bacchette e tubicini da accarezzare e coccolare. Ecco perché, pensò Sophie mettendosi a letto con una camicia da notte pulita e prendendo due salatini da mandar giù perché una persona che vomita deve avere sempre qualcosa nello stomaco altrimenti vomita acido, provateci voi se pensate che sia divertente, e si rimise l' ago della flebo in quella tavoletta da cribbage gialla e piena di lividi che era il suo polso, applicando di nuovo il cerotto con maestria e pratica consumate, sollevando lo sguardo sulla boccia di zucchero e medicina con l' assurda parrucca sbilenca di capelli neri in quella luce al sodio arancione bruciato, ecco perché, pensò Sophie, il suo Solomon era una persona magica ora più che mai, e perché nel suo animo c' era tanto di quell' amore per lui da salvarla anche ora che era mortalmente malata.
È una cosa difficile da afferrare, il percome delle cose. Durante tutto questo brutto periodo Solomon ha fatto sentire e capire a Sophie che lei è la malata, non la malattia. Lei è quello che è, non quello che ha dentro. Sophie respira molto meglio sapendo che lei per Solomon non morirà mai, e a questo Sophie aggiunge un viceversa ancora migliore riguardo alla vita di Solomon. Ecco perché Sophie d' ora in poi prenderà solo gli antidolorifici che le evitano di smaniare peggiorando la situazione per tutti quanti. Vuole stare con suo marito e con se stessa. Solomon Silverfish, a parte il favore non da poco di averla amata per trentadue anni rendendola la donna più felice sulla faccia della terra, ha aiutato Sophie a usare la malattia per capire ciò che lei è e ciò che non è. Non sa di averlo fatto, perché da quando in qua anche il migliore dei maghi sa di usare la magia sulle persone e non la semplice abilità di uno svelto di mano e sciolto di lingua? Sophie crede di avere ormai capito alla sua età che la magia altro non è se non il semplice rapporto tra una persona e le altre persone che la circondano. Era nel letto, nell' arancione, due cracker mandati giù e innaffiati con la tiepida acqua naturale del bicchiere sul comodino. Respirò abituando a piccole dosi lo sguardo a quella specie di luce, e si sentì meglio. Il braccio si intiepidì per la sostanza che veniva iniettata dall' alto.
Lei aspettò il sorgere del sole e Solomon, e fece quello che sempre si fa quando si aspetta. Ricordò.


David Foster Wallace da Solomon Silverfish
nella raccolta Questa è l' acqua 





sabato 18 novembre 2017








E allora




Non gli sarebbe mai venuto in mente che tutta quella semplicità, quei nobili sentimenti, quell’intelligenza, quella profonda conoscenza della propria dignità altro non fossero che una meravigliosa, artistica messinscena. La maggior parte degli invitati era composta da persone piuttosto futili, malgrado il loro aspetto altero, che, nella loro presunzione, non si rendevano neppure conto che la maggior parte delle loro qualità erano solo apparenti: erano state trasmesse loro per ereditarietà ed esse non ne avevano alcun merito.

E allora avevo l’impressione che una voce mi chiamasse lontano, e che se fossi andato sempre dritto, sempre, sempre, fino ad arrivare a quella linea dove cielo e terra si incontravano, allora avrei trovato la soluzione dell’enigma che mi angosciava, la visione di un’altra esistenza, mille volte più viva e rumorosa della nostra; sognavo sempre una grande città come Napoli, ricca di palazzi, di grida, di movimento, di vita. E chi è capace di dire tutto il turbine di pensieri che mi passavano per la testa in quei momenti!

Dostoevskij, L’Idiota









giovedì 16 novembre 2017

Simple gift










Facci caso




Facci caso, ragazzo. Appena ti ritrovi a fare due chiacchiere con la persona giusta, interrompiti all’improvviso a metà del discorso, guardala dritto negli occhi e dì: “Cosa c’è che non va?” Dillo in tono preoccupato. Quella dirà: “In che senso?” E tu: “Qualcosa non va. Si capisce. Che cos’è?” E quella ti guarderà sbigottita dicendo: “Come fai a saperlo?” Non si rende conto che c’è sempre qualcosa che non va, in tutti. Spesso più di una sola cosa. Non sa che tutti vanno sempre in giro con qualcosa che non va e sono convinti di fare un grande sforzo di volontà e di controllo per impedire agli altri, che secondo loro non hanno mai niente che non va, di accorgersene. Le persone sono fatte così. Chiedi di punto in bianco cosa c’è che non va e, che decidano di vuotare il sacco o neghino fingendo che sei fuori strada, ti considereranno intuitivo e perspicace. O ti saranno grate, o si spaventeranno evitandoti a partire da quel momento. Due reazioni che hanno una loro utilità, come vedremo. Puoi giocartela come meglio credi. Funziona il novanta per cento delle volte.

David Foster Wallace, Il re pallido


 



mercoledì 15 novembre 2017

MGM










Library




Located in the Binhai Cultural District in Tianjin, the library covers 34,000 square metres and can hold up to 1.2 million books.
Taking just three years to complete, the library features a reading area on the ground floor, lounge areas in the middle sections and offices, meeting spaces, and computer/audio rooms at the top.








Tragedia italica / Riassunto












martedì 14 novembre 2017

Più niente da dire





Vivere come volare
ci si può riuscire soltanto poggiando su cose leggere 








domenica 12 novembre 2017

Conjunction




Conjunction Full Moon, Venus and Jupiter







sabato 11 novembre 2017

Umanità














Soldi a palate



Che il Vaticano faccia, ogni giorno, soldi a palate è cosa nota. Quello che però molti non sanno è che non li fa soltanto grazie alla fede e all'arte ma anche con attività molto più terrene. La farmacia di frate Rafael Cenizo Ramírez, per esempio, incassa una quarantina di milioni di euro l'anno. Come fa? Semplice. Accetta le ricette di medici di Stati esteri e smercia pasticche che non si trovano in Italia, senza contare che vende prodotti fortemente scontati rispetto alle altre farmacie romane. Tax free è anche il tabaccaio vaticano, che guadagna circa 10 milioni l'anno, così come le due pompe di benzina che vendendo carburante al 20% in meno rispetto all'Italia hanno un giro d'affari impressionante. E c'è spazio anche per un supermercato, che fra le varie cose vende fiumi di alcool a buon mercato. Un particolare che mi ha fatto ridere, infatti, è che a quanto pare il Vaticano è il Paese con il più alto consumo di vino al mondo, con una media mostruosa di settantaquattro litri a persona, e questo spiegherebbe molte delle storie che raccontano. Bisogna anche dire che però tutti questi denari finiscono in buone cause: in campagne discriminatorie sui gay, in disinformazione sulle malattie sessualmente trasmissibili, per le spese legali di qualche pervertito e, non ultimo, l'umile appartamento di qualche cardinale. E voi già state pensando a Bertone, ma non crediate che sia l'unico, il cardinale sloveno Franc Rodé, ottantun anni, amico personale di Marcial Maciel Degollado, lo stupratore seriale di bambini, abita in un una casetta di 409 metri quadrati, il cardinale americano William Joseph Levada, chiamato a testimoniare a San Francisco sugli abusi sessuali commessi su minori da alcuni preti della sua diocesi, abita nel quartiere romano di Borgo Pio, ed è a suo agio in appena 524 metri quadrati. Un'ultima cosa: non condividete questo status se poi legittimate queste persone sposandovi in chiesa, battezzando i bambini, con le cresime o i funerali. Siate coerenti...

Ettore Ferrini



 


Calcio italiano




A giugno tutti liberi

 

  • Ventura: il Chievo quest’anno è molto forte.
  • vice: Il Chievo?
  • Ventura: eh, guarda come corrono, guarda che fisici.
  • vice: Gian, è la Svezia, quale Chievo?!
  • Ventura: ecco, infatti, pare la Svezia!
  • vice: No pare, È la Svezia. Gian, sei l’allenatore dell’Italia adesso, non del Torino!
  • Ventura: dell’Italia? E perché giochiamo contro il Chievo?
  • vice: Gian Piero, cazzo, ma l’hai prese le pasticche?
  • Ventura: con la grappa!
  • vice: con la grappa? vabbé almeno le hai prese.
  • Ventura: l’Italia! Ma pensa.
  • vice: stiamo perdendo 1-0, che facciamo?
  • Ventura: perdiamo 1-0? Solo? Allora sai che faccio? Tolgo Verratti e metto Immobile.
  • vice: Immobile è già in campo, insieme a Verratti.
  • Ventura: ma se non lo vedo
  • vice: è lì, nascosto dietro i difensori. CIRO, CIRO, alza il braccio così il mister ti vede. CIRO!
  • Ventura: allora metto Insigne. Insigne gioca?
  • Insigne: mister sono qua, dietro a lei
  • Ventura: vai allora, al posto di Verratti
  • Insigne: ma mister, non è il mio ruolo
  • Ventura: tranquillo, pure io non sono un allenatore, ma sto qua lo stesso. Vedrai, te la caverai
  • Insigne: ma mister, cosa devo fare?
  • Ventura: divertiti. Rilassato, tanto è solo un'amichevole
  • vice: Gian, no cazzo, è lo scontro diretto per i Mondiali di Russia
  • Ventura: ma non erano in Brasile?
  • vice: 4 anni fa, ora sono in Russia. Russia 2018
  • Ventura: 2018. Chissà come sarà il mondo nel 2018.
  • vice: ...
  • Insigne: mister, allora entro io?
  • Ventura: eh? Ah, sì, entra. Tanto ormai
  • vice: Gian, ti vuoi sedere, sei stanco?
  • Ventura: molto stanco. Quanto manca alla fine?
  • vice: 15 minuti.
  • Ventura: bene
  • vice: poi c’è il ritorno
  • Ventura: il ritorno? Un’altra partita ancora?
  • vice: è l’ultima Gian, poi abbiamo finito.
  • Ventura: e posso andare?
  • vice: sì. Dopo possiamo andare a casa. Tutti. 
     





mercoledì 8 novembre 2017

Test su animali





Ogni anno 12 milioni di animali vengono seviziati nei laboratori di ricerca di tutta Europa.
Esseri viventi che vengono allevati con lo scopo di essere venduti al fine di tale utilizzo.
La loro vita sarà dolore, paura, paura e dolore.
La scelta delle creature è effettuata tenendo conto di alcune caratteristiche dell'animale, la docilità in primis.
Ora, la tesi più convincente che si potrebbe riportare per scuotere la sensibilità dell'animale umano sarebbe quella che dimostra l'inutilità di tali esperimenti.
Non sono utili, quindi perchè protrarre questo vergognoso scenario di violenza?
Non ho le conoscenze scientifiche e mediche per sviluppare questa tesi e seppur le avessi non sarebbe questo l'aspetto determinante della questione.
Chi stabilisce che la salute, l'industria, la scienza e la stessa vita umana abbiano un valore maggiore della vita degli altri viventi?
Chi ha una coscienza che si divide in settori di sensibilità? Una coscienza che da valore al dolore umano ma non sente le urla di dolore, i pianti, il disagio, l'infelicità, la prigionia, l'orrore degli animali sfortunate vittime della ricerca?
Ho letto su molti siti e ci sono teorie convincenti che dimostrano che la scienza e la cura delle malattie umane può progredire anche senza martirizzare esseri vivi in nome del benessere dell'essere umano. Molti medici e scienziati lottano contro questi scempi.
Per fare un esempio spiccio, la penicillina, il farmaco più importante che ha abbassato di netto il tasso di mortalità per malattia, non fu largamente provata sugli animali e questo ne ha consentito la diffusione veloce, in quanto se fosse stata sperimentata la sua alta tossicità per le cavie ne avrebbe certamente impedito l'uso clinico.
Werner Hartinger, un chirurgo della Germania occidentale, nel 1989 ha dichiarato: “In effetti, ci sono solo due categorie di medici e scienziati che non si oppongono alla vivisezione: quelli che non ne sanno abbastanza, e quelli che ci guadagnano dei soldi”.
La sperimentazione animale, pur essendo una metodologia sbagliata, e probabilmente pure inutile, continua perché è di INTERESSE ECONOMICO per gli scienziati, e per un gran numero di altre entità coinvolte: università, industrie farmaceutiche, riviste scientifiche, allevatori, avvocati e mezzi di informazione. Tutti quanti traggono un guadagno, diretto o indiretto, dalla ricerca su animali e quindi hanno un concreto interesse nel mantenere lo status quo.
E si vive così, in un mondo pieno di brutte cose, tante.
Gli omicidi, la schiavitù, la violenza, indignano ma esistono.
Sono fonte di guadagno.
Nel caso degli animali, c'è chi vede un reato minore, chi non vede l'ingiustizia schifosa e chi la tollera se rivolta ad una specie che non è la sua.
Io ci vedo l'aggravante della discriminazione.
Volevo riportare una lista delle marche che torturano con esperimenti gli animali e mi è difficile perchè è immensa. Quasi tutte le industrie farmaceutiche e chimiche, quelle di prodotti per l'igiene della casa e per il corpo, quelle estetiche. Tutto ciò che viene a contatto con noi. Per verificare la tossicità di sostanze chimiche, shampoo, schiume da barba, lacche, dentifrici, rossetti ecc… dosi massicce dei componenti o dei prodotti finiti vengono forzatamente introdotte nello stomaco degli animali fino a stabilire la quantità sufficiente ad uccidere.
Il test (dose letale 50) termina quando il 50% degli animali muore.
Tutto ciò che viene a contatto con i nostri occhi (shampoo, creme, mascara, ombretti, liquidi per lenti corneali ecc…) viene testato mettendo negli occhi dei conigli albini la sostanza per controllarne poi la capacità di irritazione. Vengono usati i conigli albini perché i loro occhi sono particolarmente sensibili. Il coniglio durante questo esperimento viene bloccato in apposite gabbie di “contenzione” in modo che abbia la testa bloccata (vedi immagine più sotto). Infine la tossicità del prodotto verrà valutata dal ricercatore (il parere può cambiare da ricercatore a ricercatore) sulla base dell'infiammazione, dell’ opacità o della distruzione della cornea, che può essere più o meno grave. Questo test (test oculare di Draize) è molto vecchio e poco scientifico ma ancora in uso, ci sono oggi molti metodi sostitutivi e molto più sicuri, ma forse perché più sicuri bloccherebbero troppi prodotti che con il vecchio test oggi si possono mettere in commercio facilmente.
Tutto ciò che viene a contatto con la nostra pelle, fondotinta, creme, detergenti, prodotti solari ecc. vengono spalmati sulla pelle rasata degli animali, di solito cavie, topi e conigli. Successivamente la pelle viene asportata ed esaminata per valutarne il grado di irritazione.
Ecc… Ecc…
L'inferno è sulla terra.

Vita Lomonaco





martedì 7 novembre 2017

... Meanwhile




 The clip is a trailer of sorts for an upcoming non-verbal film titled Prograve by Italian filmmaker and documentarist Sandro Bocci. The section shown here depicts beautiful macro timelapses of coral, sponges and other aquatic wildlife filmed under ultraviolet light. You can see additional stills from e upcoming film here.
Music by Maurizio Morganti. 

 











venerdì 3 novembre 2017

Nobody's home













Città sbadate




Questa è una città di saliscendi non soltanto alle finestre, ma di scalette che scendono e risalgono per passaggi nascosti, di corti improvvise e buie, di cunicoli arcuati da un palazzo all’altro, camminamenti scavati nei secoli come da vermi, una città dove i morti si sentono, composti e presenti, non morti sguaiati. Se ne sente il respiro e il ronfo, c’è un’età in cui lo si comincia ad avvertire nettamente, e piano piano si capisce che il pensiero della morte non è altro che questo, la capacità di smorzare tutti gli altri suoni, vani e caduchi, per percepire il ronzio della comunità disincarnata e russante alla quale si apparterrà per sempre. Non tutte le città permettono questo ascolto, il mondo è pieno di città inconsapevoli o illuse, città sbadate, dove i morti non si sentono, e perciò sono dei semplici scomparsi; in quelle città bisogna cercarli negli strati sottostanti, aprire una botola in fondo a una cantina, scoperchiando un cielo grigio su strade ancora piene di carri e di miseria, di carbone, di tram a cavalli e venditori d’acqua ambulanti, di una popolazione in costume con le scarpe impolverate, dove le fabbriche continuano a sfornare macchinari scheletrici, e una folla di ragazzini sdentati e analfabeti solleva gli occhi e ti guarda irridente. 

Daniele Del Giudice, I racconti






 

Baby bats




 
 






Laika




3 Novembre 1957

Laika, la prima creatura vivente spedita in orbita, non morì la morte indolore nello spazio dopo una settimana di orbite, come la propaganda disse allora, ma una morte orrenda e struggente, inscatolata nel minuscolo Sputnik, poche ore dopo il lancio. 
Il suo cuore di cane fu schiantato dal panico e dalla solitudine incomprensibile.
Laika, insieme con Mushka e Albina, due altri cagnetti presi a caso tra i bastardini nelle vie della capitale, era stata scelta per la sua docilità, per la sua resistenza alle prove d'accelerazione nella centrifuga e, dannazione dei piccoli, per le sue dimensioni contenute. Non c'era molto spazio per ospitare un cane dentro lo Sputnik 2, dal peso totale di 108 chili, che i vettori sovietici erano in grado di sparare in orbita in quel novembre del 1957. Ma per piccina e mansueta che fosse, Laika era pur sempre un cane e ci volle tempo per adattarla a quel viaggio.
Fu messa insieme alle due compagne nel frullatore della centrifuga che le spingeva il cuore fino a tre volte il ritmo normale delle pulsazioni cardiache, nella paura e nella fatica di pompare il sangue nel corpo schiacciato dall'accelerazione gravitazionale. Aveva una tendenza a soffrire di panico, perché il cuore impiegava poi il triplo di tempo rispetto alle sue compagne per tornare a velocità normale.
Laika e le sue compagne furono costrette a vivere in gabbiette e contenitori sempre più piccoli e strette da catenelle sempre più strette, per 3 settimane, e a nutrirsi solo di gelatine.
Alla fine dell'addestramento, se così possiamo chiamare quella tortura, la vediamo nelle foto d'epoca, che spunta con il muso dall'ogiva nella quale sarebbe stata sparata dalla base di Baikonur, strettamente incatenata, per impedirle di rivoltarsi e di muoversi dentro il tubo.

Laika fu lanciata, senza sapere che per lei non era stato previsto nessun rientro trionfale, che sarebbe comunque morta girando attorno alla Terra. 
Il dottor Malashenkov, lo specialista che la seguì, ha raccontato a un congresso di medicina spaziale a Houston le ultime ore di Laika. L'elettrocardiografia seguita via radio segnò un aumento parossistico delle pulsazioni quando i motori s'accesero e il missile cominciò a vibrare sollevandosi dalla piazzola, qualcosa che la cagnetta non aveva mai provato prima. Il suo cuore di cane prese a battere irregolarmente, fibrillando quando l'assenza di peso rallentò di colpo le pulsazioni, e alla quarta orbita, dopo 5 ore di tormento, il tracciato divenne misericordiosamente piatto. 
Forse fu la temperatura a ucciderla, o l'umidità che si era accumulata nel suo ansimare dentro quello spazio, ma chiunque conosca un cane e abbia visto gli occhi di Laika mentre la insaccano dentro la sua gabbia sa di che cosa è morta quella cagnetta, è morta di paura e di solitudine. Di stress, se si preferisce un'espressione più asettica. 
 

Un anno dopo, il 13 dicembre 1958, gli americani lanciarono la scimmietta Gordo in un volo suborbitale a un’altezza di 500 km: la capsula finì nell’Atlantico e non venne mai recuperata 
 

Il 28 maggio 1958 gli Usa lanciano con un Jupiter Am-18 due scimmie: Miss Abel e Miss Baker a un’altezza di 480 km. Abel morì per complicazioni cardiache 4 giorni dopo il ritorno a Terra.
 

 
Sam, scimmia Rhesus, partì il 4 dicembre 1959 dalla base di Wallops Island, in Virginia, e raggiunse gli 88 km di altitudine


Il primo gatto nello spazio è francese. Félicette, una gatta parigina bianca e nera, partì il 18 ottobre 1963 e rimase in orbita 15 minuti in un volo suborbitale con elettrodi impiantati nella testa. In realtà il primo gatto nello spazio doveva essere Félix, che però scappò il giorno prima del lancio