Facci
caso, ragazzo. Appena ti ritrovi a fare due chiacchiere con la
persona giusta, interrompiti all’improvviso a metà del discorso,
guardala dritto negli occhi e dì: “Cosa c’è che non va?”
Dillo in tono preoccupato. Quella dirà: “In che senso?” E tu:
“Qualcosa non va. Si capisce. Che cos’è?” E quella ti guarderà
sbigottita dicendo: “Come fai a saperlo?” Non si rende conto che
c’è sempre
qualcosa che non va, in tutti. Spesso più di una sola cosa. Non sa
che tutti vanno sempre in giro con qualcosa che non va e sono
convinti di fare un grande sforzo di volontà e di controllo per
impedire agli altri, che secondo loro non hanno mai niente che non
va, di accorgersene. Le persone sono fatte così. Chiedi di punto in
bianco cosa c’è che non va e, che decidano di vuotare il sacco o
neghino fingendo che sei fuori strada, ti considereranno intuitivo e
perspicace. O ti saranno grate, o si spaventeranno evitandoti a
partire da quel momento. Due reazioni che hanno una loro utilità,
come vedremo. Puoi giocartela come meglio credi. Funziona il novanta
per cento delle volte.
David
Foster Wallace, Il
re pallido
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