Non gli sarebbe mai venuto in mente che tutta quella semplicità, quei nobili sentimenti, quell’intelligenza, quella profonda conoscenza della propria dignità altro non fossero che una meravigliosa, artistica messinscena. La maggior parte degli invitati era composta da persone piuttosto futili, malgrado il loro aspetto altero, che, nella loro presunzione, non si rendevano neppure conto che la maggior parte delle loro qualità erano solo apparenti: erano state trasmesse loro per ereditarietà ed esse non ne avevano alcun merito.
E allora avevo l’impressione che una voce mi chiamasse lontano, e che se fossi andato sempre dritto, sempre, sempre, fino ad arrivare a quella linea dove cielo e terra si incontravano, allora avrei trovato la soluzione dell’enigma che mi angosciava, la visione di un’altra esistenza, mille volte più viva e rumorosa della nostra; sognavo sempre una grande città come Napoli, ricca di palazzi, di grida, di movimento, di vita. E chi è capace di dire tutto il turbine di pensieri che mi passavano per la testa in quei momenti!
Dostoevskij, L’Idiota
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