domenica 18 novembre 2018

Acquacoltura





Acquacoltura significa pesci costretti a vivere ammassati gli uni sugli altri, in condizioni igieniche devastanti, con gravissime conseguenze per il loro benessere psicofisico. Significa giovanili spesso catturati in natura, con la conseguente strage di gamberi e pesci vittime delle catture accessorie. Significa pesca indiscriminata di animali da utilizzare come alimentazione, con la conseguente distruzione della catena alimentare per altri pesci, uccelli marini, cetacei. Significa distruzione dei fondali, inquinamento delle acque. Significa fughe di animali con conseguente diffusione di patologie tra le popolazioni di pesci selvatici, nonché la loro ibridazione. Significa inimmaginabili sofferenze per i pesci, dalla nascita fino alla loro macellazione.
L’acquacoltura non è altro che l’altra faccia, quella acquatica, della zootecnia intensiva.
E come accade tra gli animali terrestri confinati negli allevamenti, anche tra i pesci confinati nei grandi recinti degli allevamenti ittici stiamo assistendo al proliferare di patologie e virus.
In uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Viruses nel 2011, i virologi Mark Crane e Alex Hyatt tracciano un quadro impietoso di quel che implica l’acquacoltura.
L’alta densità di individui costretti in spazi inadeguati ed altamente inquinati, la loro condizione di perenne stress e sofferenza (fattori che abbassano le difese immunitarie in qualsiasi specie animale), la bassa qualità dell’alimentazione, sono tutti fattori che favoriscono il proliferare di patologie e il diffondersi di forme patogene virali, alcune già conosciute da decenni, altre di recente formazione.
I virus in continua espansione e trasformazione causano indicibili sofferenze ai pesci (necrosi del pancreas, delle cellule celebrali, del midollo spinale, setticemia emorragica, prolasso oculare, necrosi degli organi interni.
E causano anche notevoli perdite negli allevamenti. Per far fronte a questo, si sono sviluppati e si stanno sviluppando vaccini ed altri farmaci in grado di contenere la diffusione. Ovvero, si stanno utilizzando pesci nei laboratori di tutto il mondo come cavie per studiare la funzionalità di farmaci. Ovvero, si sta continuando a fare su di loro vivisezione. Per curare malattie causate dalla loro detenzione e dal loro ipersfruttamento alimentare.
Con la crescita prevista dalla FAO, ci saranno allevamenti sempre più grandi, che deterranno sempre più pesci sempre più malati ed imbottiti di farmaci. E questi costituiranno il soylent green del futuro.







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