Un
sasso gettato in uno stagno suscita onde concentriche che si
allargano sulla superficie, coinvolgendo nel loro moto, a distanze
diverse, con diversi effetti, la ninfea e la canna, la barchetta di
carta e il galleggiante del pescatore. Oggetti che se ne stavano
ciascuno per conto proprio, nella sua pace o nel suo sonno, sono come
richiamati in vita, obbligati a reagire, a entrare in rapporto tra
loro. Altri movimenti invisibili si propagano in profondità, in
tutte le direzioni, mentre il sasso precipita smuovendo alghe,
spaventando pesci, causando sempre nuove agitazioni molecolari.
Quando poi tocca il fondo, sommuove la fanghiglia, urta gli oggetti
che vi giacevano dimenticati, alcuni dei quali ora vengono
dissepolti, altri ricoperti a turno dalla sabbia. Innumerevoli
eventi, o microeventi, si succedono in un tempo brevissimo. Forse
nemmeno ad avere tempo e voglia si potrebbero registrare tutti, senza
omissioni.
Non diversamente una parola, gettata nella mente a caso, produce onde di superficie e di profondità, provoca una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo nella sua caduta suoni e immagini, analogie e ricordi, significati e sogni, in un movimento che interessa l’esperienza e la memoria, la fantasia e l’inconscio e che è complicato dal fatto che la stessa mente non assiste passiva alla rappresentazione, ma vi interviene continuamente per accettare e respingere, collegare e censurare, costruire e distruggere.
Non diversamente una parola, gettata nella mente a caso, produce onde di superficie e di profondità, provoca una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo nella sua caduta suoni e immagini, analogie e ricordi, significati e sogni, in un movimento che interessa l’esperienza e la memoria, la fantasia e l’inconscio e che è complicato dal fatto che la stessa mente non assiste passiva alla rappresentazione, ma vi interviene continuamente per accettare e respingere, collegare e censurare, costruire e distruggere.
Nessun commento:
Posta un commento