Nella
cittadina di Holt, in Colorado, il pastore Lyle si appresta a
pronunciare il suo sermone.
Ma
a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a
coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per
coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi
anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica.
Se amate quelli che vi amano, perché dovreste essere benedetti?
Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi
fanno del bene, perché dovreste essere benedetti?
……
Ma cosa ci sta dicendo Gesù Cristo? Non lo si può certo prendere alla lettera. Sarebbe impossibile. Di sicuro sta parlando di qualche idea utopica, di una fantasia. Sta certamente usando una metafora. Suggerendo un bel sogno. Perché tutti noi qui, oggi, lo sappiamo bene. Viviamo nella realtà e sappiamo che il mondo non consentirebbe una cosa del genere. Non lo ha mai fatto e non lo farà mai. Dobbiamo dirlo forte e chiaro.
Perché siamo di nuovo in guerra. E conosciamo bene le inevitabili immagini della guerra e della violenza. Le abbiamo viste fin troppo spesso.
La ragazzina nuda che corre terrorizzata verso di noi, piangendo e urlando, in fuga dal fuoco alle sue spalle.
Il bambino nella stanza d’ospedale con il fratellino e la madre atterrita. È stato accecato, ha il volto pieno di cicatrici. Sono diventato brutto, mamma? Sta dicendo.
Vediamo le immagini del corpo decapitato e abbandonato sul ciglio di una strada.
Abbiamo visto il soldato, quella cosa grottesca, rigida e nera che un tempo era un uomo, carbonizzato e legato dietro un camion che lo trascina per le strade.
Abbiamo guardato con orrore le figure umane che saltano giù dalle finestre delle torri in fiamme.
E per questo conosciamo la soddisfazione dell’odio. Conosciamo il dolce piacere della rappresaglia. Come ci si sente bene quando ci si vendica. Certo quella di Gesù era una buona idea. Un bel concetto, ma non si può amare chi fa del male. Non è sensato né realistico. Non è saggio che il mondo ami delle persone che compiono terribili ingiustizie. Non c’è modo di amare i nostri nemici. Servirebbe solo a spingerli a commettere azioni ancor più odiose e malvagie. O peggio, potrebbero pensare di farla franca, perché ci riterrebbero deboli e spaventati. E allora dove andremo a finire?
……
Ma cosa ci sta dicendo Gesù Cristo? Non lo si può certo prendere alla lettera. Sarebbe impossibile. Di sicuro sta parlando di qualche idea utopica, di una fantasia. Sta certamente usando una metafora. Suggerendo un bel sogno. Perché tutti noi qui, oggi, lo sappiamo bene. Viviamo nella realtà e sappiamo che il mondo non consentirebbe una cosa del genere. Non lo ha mai fatto e non lo farà mai. Dobbiamo dirlo forte e chiaro.
Perché siamo di nuovo in guerra. E conosciamo bene le inevitabili immagini della guerra e della violenza. Le abbiamo viste fin troppo spesso.
La ragazzina nuda che corre terrorizzata verso di noi, piangendo e urlando, in fuga dal fuoco alle sue spalle.
Il bambino nella stanza d’ospedale con il fratellino e la madre atterrita. È stato accecato, ha il volto pieno di cicatrici. Sono diventato brutto, mamma? Sta dicendo.
Vediamo le immagini del corpo decapitato e abbandonato sul ciglio di una strada.
Abbiamo visto il soldato, quella cosa grottesca, rigida e nera che un tempo era un uomo, carbonizzato e legato dietro un camion che lo trascina per le strade.
Abbiamo guardato con orrore le figure umane che saltano giù dalle finestre delle torri in fiamme.
E per questo conosciamo la soddisfazione dell’odio. Conosciamo il dolce piacere della rappresaglia. Come ci si sente bene quando ci si vendica. Certo quella di Gesù era una buona idea. Un bel concetto, ma non si può amare chi fa del male. Non è sensato né realistico. Non è saggio che il mondo ami delle persone che compiono terribili ingiustizie. Non c’è modo di amare i nostri nemici. Servirebbe solo a spingerli a commettere azioni ancor più odiose e malvagie. O peggio, potrebbero pensare di farla franca, perché ci riterrebbero deboli e spaventati. E allora dove andremo a finire?
Ma
ciò che voglio dirvi ora, qui a Holt, in questa calda mattinata di
giugno, è questo: forse Gesù non stava scherzando. Forse non stava
parlando di un’isola che non c’è. Magari pensava davvero le cose
che ha detto duemila anni fa. Magari era pienamente consapevole di
come va il mondo e conosceva di persona la crudeltà e la cattiveria,
il male e l’odio. Li conosceva così bene per esperienza personale,
diretta. Porgete l’altra guancia. Pregate per coloro che vi
maltrattano. Forse intendeva dire proprio quello che ha detto, parola
per parola. E allora, dove andremo a finire?
E se ci provassimo? E se dicessimo ai nostri nemici: siamo la nazione più potente della terra. Possiamo distruggervi. Possiamo uccidere i vostri bambini. Possiamo trasformare le vostre città e i vostri paesi in un ammasso di rovine, e quando avremo finito non riuscirete più nemmeno a ricordare come erano prima. Abbiamo il potere di togliervi l’acqua e prosciugare la vostra terra, di privarvi delle basi dell’esistenza. Possiamo trasformare il giorno in notte. Possiamo farvi tutto questo. E molto altro.
E se ci provassimo? E se dicessimo ai nostri nemici: siamo la nazione più potente della terra. Possiamo distruggervi. Possiamo uccidere i vostri bambini. Possiamo trasformare le vostre città e i vostri paesi in un ammasso di rovine, e quando avremo finito non riuscirete più nemmeno a ricordare come erano prima. Abbiamo il potere di togliervi l’acqua e prosciugare la vostra terra, di privarvi delle basi dell’esistenza. Possiamo trasformare il giorno in notte. Possiamo farvi tutto questo. E molto altro.
Ma
se invece dicessimo: state a sentire, invece di fare queste cose,
vogliamo farvi dei doni, di nostra iniziativa, con generosità. Tutto
il denaro pubblico degli Stati Uniti, tutto l’impegno e le vite
umane che avremmo impiegato per distruggere, vogliamo impiegarli per
creare. Vogliamo riparare le vostre strade e autostrade, migliorare
le vostre scuole, rendere efficienti i vostri pozzi e i vostri
acquedotti, preservare i vostri tesori, la vostra arte e la vostra
cultura, proteggere i vostri templi e moschee. In pratica, vogliamo
amarvi.
Qui
però venne interrotto bruscamente. Qualche fedele si era messo a
parlare. Sei pazzo? Devi essere demente! Una voce maschile. Profonda.
Arrabbiata. Forte. Proveniva dal lato della chiesa vicino alle
finestre. Hai dei problemi? Sei fuori di testa?
Kent
Haruf, Benedizione
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