Durante
lo stato di veglia il cervello è predisposto al meglio per
raccogliere gli stimoli esterni; durante il sonno consolida le
informazioni. Non ci limitiamo ad archiviare meccanicamente i
pensieri: durante il sonno il cervello decide accuratamente quali
ricordi conservare e quali eliminare. La scelta non è
necessariamente saggia.
Il sonno rafforza così tanto i ricordi –
non solo nello stadio 2, che occupa quasi la metà del tempo in cui
si dorme, ma durante tutto il viaggio notturno – che sarebbe
meglio, per esempio, che i soldati tornati esausti e sconvolti da una
missione non andassero direttamente a dormire. Secondo Gina Poe,
esperta di neuroscienze, per prevenire il disturbo da stress
post-traumatico dovrebbero rimanere svegli per altre sei-otto ore.
Gli studi condotti da Poe e altri scienziati indicano che dormendo
subito dopo un evento importante, prima che il dramma sia risolto a
livello mentale, è più probabile che l'esperienza si trasformi in
ricordi a lungo termine.
Michael
Finkel, National Geographic, agosto 2018
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