martedì 15 gennaio 2019

Già



Se ne stava seduto nella veranda davanti a casa, sorseggiando la birra e stringendo la mano della moglie. Il fatto era che stava morendo. E’ di questo che parlavano. Prima della fine dell’estate sarebbe morto. Entro l’inizio di settembre quel che restava di lui sarebbe stato ricoperto di terra nel cimitero tre miglia a ovest della città. Qualcuno avrebbe scolpito il suo nome su una pietra tombale e sarebbe stato come se lui non fosse mai esistito.


Lo aiutarono a trasferirsi in veranda e rimasero a guardare la pioggia che cadeva sull’erba e sulla ghiaia che ricopriva la strada. Nei punti più bassi si erano già formate delle pozzanghere e i pioppi argentati erano scuri e grondavano acqua. Lorraine sporse una mano nella pioggia e si picchettò la faccia, poi mise le mani a coppa per raccogliere l’acqua che cadeva dalla grondaia e la appoggiò sul volto di Dad. Lui rimase lì, tenendosi al bastone, con il viso che gocciolava. Lo fissarono, lui guardò dritto oltre il prato, al di là della recinzione di ferro, al di là della strada bagnata, fino al terreno adiacente, pensando a qualcosa. Non ha un buon odore? disse Mary. Già, rispose lui piano. Aveva gli occhi umidi, ma gli altri non avrebbero saputo dire se di lacrime o di pioggia.

Kent Haruf, Benedizione



 





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