lunedì 31 gennaio 2022

Radiohead

 

A me era capitato di peggio: avevo incontrato la musica della mia vita. Nonostante i loro album fossero molto sofisticati, i Radiohead mi inebetivano in maniera ancora più potente delle patologie sopra citate. Mi fa orrore la musica di sottofondo, innanzitutto perché non esiste cosa più volgare, e poi perché le melodie più belle possono entrare in testa con tale insistenza da trasformarsi in canzonette. Non esiste l'amore di sottofondo, la letteratura di sottofondo, il pensiero di sottofondo: esiste il rumore di fondo, che è una cosa orribile, un veleno.

Ci sono musiche ossessive al punto che impediscono di dormire e persino di vivere. Il cervello le riprogramma senza sosta, escludendo qualsiasi altra forma di pensiero. All’inizio questa espropriazione di sé a vantaggio di una melodia è un godimento. Ti esalta il fatto di costituire soltanto una partitura e di scampare in quel modo ad assurde ruminazioni. (…) Poco a poco però le meningi cominciano a soffrirne. (…) Il percorso della musica diventa la via crucis del processo mentale. (...)

Con la cuffia sulle orecchie, mi isolavo in una specie di camera sensoriale dove ascoltavo senza sosta gli album Amnesiac, Kid A e Hail to the Thief. L’ascolto agiva come una siringa che mi inoculava ininterrottamente la più meravigliosa delle droghe.

Amélie Nothomb, Diario di rondine

 


 

 

Nessun commento:

Posta un commento