sabato 27 febbraio 2016

Simpatia




Non ha mai avuto tutt’a un tratto bisogno di simpatia, di aiuto, di amicizia? Certamente sì. Io ho imparato ad accontentarmi della simpatia. Si trova con maggior facilità, e poi non impegna. “Creda alla mia simpatia”, nell’intimo precede immediatamente “ed ora occupiamoci d’altro”. È un sentimento da presidente del consiglio: lo si ottiene a buon mercato dopo le catastrofi. L’amicizia è una cosa meno semplice. È lunga e difficile da ottenere, ma quando la si ha, non c’è più mondo di liberarsene, bisogna far fronte. Soprattutto non creda che gli amici telefonino ogni sera, come dovrebbero, per sapere se non è proprio quella la sera in cui uno ha deciso di uccidersi, o più semplicemente se ha bisogno di compagnia, se è disposto ad uscire. Ma no, se telefonano, stia tranquillo, sarà la sera in cui non si è soli e la vita è bella. Al suicidio magari vi ci spingono, in nome di ciò che, secondo loro, uno deve a se stesso. Caro signore, ci salvi il cielo dall’essere collocati troppo in alto dai nostri amici! Quanto a loro che avrebbero il compito di amarci, voglio dire i parenti ed i congiunti (che modo d’esprimersi!), è un’altra faccenda. Sanno la parola che ci vuole, ma è una parola proiettile; telefonano come si tira al bersaglio. E mirano giusto, i traditori!


Albert Camus, La caduta

 







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