venerdì 24 febbraio 2017

Lobster




- Che vuoi fare? - gridò.
- Bollire la bestia - rispose lei - che altro?
- Ma non è morta – protestò Belacqua – non puoi bollirla così.
Lei lo fissò stupefatta. Aveva forse perduto il cervello?
 -Non essere assurdo – disse con tono brusco – le aragoste si fanno sempre bollire vive. Bisogna far così.–  Sollevò l’aragosta e la mise sul dorso. Essa diede un tremito. – Non sentono nulla – disse lei.
Era strisciata nelle profondità marine sino alla crudele pentola. Per ore, in mezzo ai suoi nemici, aveva respirato segretamente. Era sopravvissuta al gatto della Francese ed alle sue ottuse grinfie. Ora era entrata viva nell’acqua bollente. Così doveva.
Portatemi all’aria a respirar tranquillo.
Belacqua fissò la vecchia cartapecora del volto di lei, grigio nell’oscurità della cucina.
- Fai tanto chiasso – disse lei irosamente – e mi agiti e poi monti su tutte le furie per la tua cena..   Sollevò dal tavolo l’aragosta. Le restavano circa trenta secondi da vivere.
Bè,  pensò Belacqua,  è una morte veloce, che Dio ci aiuti tutti quanti.
Non lo è.

Samuel Beckett, Dante e l'aragosta







Nessun commento:

Posta un commento