Non
ha senso rimpiangere ora vie non percorse. Tormentarsi immaginando
che la vita avrebbe potuto essere più ricca. Avevo questa idea:
vivere la pace e la serenità emancipandomi dal volere sempre di più,
dal bramare ogni cosa. Era un ideale di frugalità, di opposizione
all’avidità dominante. Desideravo un mondo meno lacerato da
conflitti, ove si imparasse a sentirsi felici di quanto si ha,
assaporarlo, apprezzarlo. Questa continua a sembrarmi un’aspirazione
degna. Se vacilla, è perché di fronte alla paura, alla palpabilità
di un imminente non esserci più, l'anima è aggredita da fantasmi,
tentazioni, dubbi. La dissoluzione coinvolge, oltre al corpo, il
pensiero e la fede e la forza d'animo.
(...)
(...)
Non c'è risposta, non c'è risposta. Solo questa, forse: dimorare per quanto possibile tranquilla nella contemplazione di quanto perturba la mente, attenuare per quanto possibile l'identificazione con simili pensieri tormentosi, proseguire lungo la via già intrapresa. Accettare il qui e ora, e questo significa: non sprecare energie nell’anelito vano di mutare ciò che è stato, sperarlo diverso. Abbracciando per quanto possibile con tenerezza quest’anima tremebonda che teme di aver sbagliato tutto. (…)
No, non ha senso rinnegare ciò che è stato. (…) E mi rendo conto di quanto sia insensato rimproverarsi adesso le occasioni non colte. Ho fatto quello che volevo. Perchè mai tormentarsi giudicando retrospettivamente attraente ciò di cui non avevo avuto, allora, nessunissima voglia?
Vorrei non perdere nemmeno un attimo di questo periodo di grazia. (…) Che strano che adesso che ne dubito, che non lo do per scontato, il mondo mi appaia incredibilmente ricco di meraviglie.
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