mercoledì 1 febbraio 2017

Sindrome di Capgras





Detta anche illusione del sosia o del doppio, fu descritta per la prima volta nel 1923 dallo psichiatra francese Capgras da cui ha preso il nome. Si tratta di un disordine piuttosto raro costituito da una particolarissima forma di delirio-paranoia: credere che le persone conosciute (mariti, mogli, figli e parenti) siano state sostituite da cloni e che questi, pur avendo il medesimo aspetto e gli stessi comportamenti, siano in realtà degli impostori. Nel 1991 fu descritto il caso di una paziente di 74 anni che era convinta che suo marito fosse stato sostituito da un estraneo. Si rifiutava di dormire con l’impostore, si chiudeva a chiave nella sua stanza, e aveva chiesto a suo figlio di procurarle una pistola. Non mostrava però alcun fenomeno di errata identificazione nei confronti di altre persone della sua vita.
Nel 2003 il neuroscienziato Vilayanur S. Ramachandran in uno splendido libro dal titolo “Che cosa sappiamo della mente” racconta di un paziente che, al risveglio da un incidente stradale, di fronte a sua madre accorsa al suo capezzale, si rivolse con circospezione al dottore e gli sussurrò in un orecchio che la persona nella stanza somigliava in maniera stupefacente a sua madre, ma non lo era e di sicuro si trattava di una persona che si stava spacciando per lei. Secondo le più recenti teorie questo disturbo sarebbe collegato a una interruzione fra le aree cerebrali deputate al riconoscimento del volto (giro fusiforme) e le aree deputate a realizzare la coloritura emozionale del riconoscimento (l’amigdala). Questi pazienti, al contrario dei prosopagnosici, mantengono cioè intatta la capacità di riconoscere i volti, ma, non provando nessuna emozione di fronte ad essi, vedono spezzato il senso di familiarità e “giustificano” l' anaffettività che provano con il fatto che la persona che hanno di fronte è in realtà un estraneo.
Il film cult del cinema di fantascienza 'L’invasione degli ultracorpi' descrive perfettamente questa sindrome.







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