Nella
parte settentrionale del Marocco, nel cuore della catena montuosa del
Rif, si trova la piccola città di Chefchaouen, anche chiamata la
Città Blu, dal colore con cui sono state dipinte le pareti esterne
dei suoi edifici. Le pareti di un azzurro brillante si dice siano
state introdotte nel 1930 da profughi ebrei, che consideravano il colore blu
simbolo del cielo e del paradiso.
Abitata
da popoli berberi, fu fondata da spagnoli
provenienti dall’Andalusia esiliati nel XV secolo, ecco perché la
parte antica della città ha un aspetto molto simile a quella dei
villaggi andalusi, con piccole vie dal tracciato irregolare. Gran
parte dei suoi abitanti ancora oggi parla spagnolo.
La
città fu per secoli considerata sacra, ed era proibito l’ingresso a
stranieri e turisti; dal 2010 è stata dichiarata Patrimonio
Mondiale dell’Umanità UNESCO
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